Sam Altman alla guida del rinnovamento di San Francisco: il CEO di OpenAI nominato co-presidente del team di transizione del sindaco eletto Daniel Lurie

San Francisco si prepara a una nuova era di governance, guidata dal sindaco eletto Daniel Lurie, il cui mandato inizierà ufficialmente l’8 gennaio 2025. Tra le nomine che stanno già suscitando grande interesse, spicca quella di Sam Altman, CEO di OpenAI, come co-presidente del team di transizione. Lurie ha annunciato lunedì la formazione del gruppo, composto da sette leader di spicco, per pianificare le priorità politiche e amministrative della sua nuova amministrazione.

Un team di transizione diversificato e ambizioso

Oltre ad Altman, il team include figure di alto profilo, come Joanne Hayes-White, ex capo dei vigili del fuoco di San Francisco, Michael Tubbs, ex sindaco di Stockton, e Ned Segal, ex CFO di Twitter. Si uniscono anche Nancy Tung, presidente del Partito Democratico di San Francisco, José A. Quiñonez, CEO del Mission Asset Fund, e Paul Yep, comandante in pensione del dipartimento di polizia locale.

Questo mix di esperienze e competenze riflette la volontà di Lurie di affrontare le sfide più urgenti della città: sicurezza pubblica, crisi abitativa e gestione dei senzatetto. Definendo il team “talentuoso e diversificato,” il sindaco eletto ha sottolineato l’importanza di un approccio inclusivo e responsabile per riportare San Francisco a livelli di eccellenza amministrativa.

Il peso dell’impegno di Sam Altman

La partecipazione di Altman, una delle figure più influenti nel mondo tecnologico globale, è un segnale chiaro delle intenzioni di Lurie: coinvolgere la Silicon Valley nelle questioni più critiche della città. Fondatore e leader di OpenAI, Altman non solo rappresenta un’icona dell’innovazione, ma porta con sé una profonda conoscenza di San Francisco, essendo questa la città dove OpenAI è stata fondata.

Altman ha dichiarato: “Sono entusiasta di contribuire alla città che amo”, evidenziando il suo desiderio di aiutare San Francisco a risolvere problemi strutturali complessi e a rilanciare la sua economia locale, particolarmente colpita dalla pandemia e dai cambiamenti del mercato tecnologico.

Tecnologia e governance: una nuova sinergia?

Lurie sembra puntare a un nuovo modello di governance cittadina, in cui il contributo del settore tecnologico non sia solo economico, ma anche strategico. La presenza di Altman potrebbe fungere da ponte tra le comunità tecnologiche e la governance locale, favorendo collaborazioni su temi come l’automazione urbana, la gestione dei dati e l’ottimizzazione dei servizi pubblici.

Questa iniziativa riflette una tendenza più ampia che vede i leader del tech sempre più coinvolti nella politica, assumendo ruoli chiave per portare innovazione e sostenibilità nelle istituzioni pubbliche. L’esperienza di Altman nell’intelligenza artificiale potrebbe essere determinante per la trasformazione della città in un modello di smart city.

Un segnale per il futuro

La scelta di Lurie di nominare un team eterogeneo e di alto calibro rappresenta un passo coraggioso verso un’amministrazione orientata ai risultati. L’inclusione di Altman suggerisce una visione lungimirante, in cui la tecnologia e l’innovazione avranno un ruolo centrale nel modellare il futuro di San Francisco.


Google di fronte a un potenziale “spezzatino”: il Dipartimento di Giustizia accelera sull’antitrust

Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) degli Stati Uniti sta valutando di imporre a Google la vendita del browser Chrome per affrontare il monopolio che l’azienda esercita sul mercato della ricerca online. La mossa, che segue una storica sentenza antitrust dello scorso agosto, rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche.

Google, definita “monopolista” dal giudice Amit Mehta, è accusata di sfruttare la sua posizione dominante per ostacolare la concorrenza, utilizzando prodotti come Chrome, Android e il Play Store per rafforzare il proprio motore di ricerca. Oltre alla vendita di Chrome, il DoJ potrebbe chiedere altre sanzioni, tra cui l’obbligo di condividere i dati di ricerca con i rivali, il divieto di contratti esclusivi e limitazioni sull’uso dei dati per lo sviluppo di intelligenza artificiale generativa.

Impatti economici e strategici

Chrome, che da solo genera il 65% dei ricavi pubblicitari di Google (circa 175 miliardi di dollari nel 2023), è una delle colonne portanti del modello di business dell’azienda. Un’eventuale cessione rappresenterebbe non solo un colpo finanziario significativo ma anche un profondo cambiamento strategico, aprendo nuove opportunità per concorrenti come DuckDuckGo e Bing.

Reazioni e prospettive

Google sostiene che tali azioni potrebbero danneggiare innovazione e sicurezza, oltre a compromettere la privacy degli utenti. Tuttavia, i piccoli competitor e il DoJ ritengono che solo un approccio deciso possa riequilibrare il mercato. Una decisione finale sul caso è attesa per agosto 2025, e Google ha già annunciato che intende presentare ricorso fino alla Corte Suprema, se necessario.

Questa vicenda potrebbe costituire un precedente storico, simile al caso Microsoft del 1999, e ridefinire il panorama tecnologico globale, influenzando il modo in cui le grandi aziende operano e vengono regolamentate.


Goldman Sachs: Nuova Strategia per la Digitalizzazione degli Asset Finanziari

Goldman Sachs ha recentemente annunciato un passo strategico significativo: lo scorporo della sua piattaforma di gestione degli asset digitali, con l’obiettivo di trasformarla in un’entità “di proprietà del settore”. Questa iniziativa mira a decentralizzare la gestione della piattaforma, rendendola più accessibile e collaborativa per altre istituzioni finanziarie e attori del mercato.

La piattaforma, attualmente nota come GS DAP (Digital Assets Platform), è stata progettata per supportare la tokenizzazione di asset tradizionali e digitali, sfruttando la tecnologia blockchain per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i rischi nei processi di transazione. In particolare, GS DAP è già stata utilizzata per emettere obbligazioni digitali con partner come la Banca Europea per gli Investimenti, utilizzando blockchain private per la registrazione e la liquidazione dei titoli. Questo approccio punta a integrare blockchain pubbliche e private per creare un ecosistema finanziario interconnesso e fluido.

Secondo Mathew McDermott, responsabile globale degli asset digitali di Goldman Sachs, la tokenizzazione rappresenta il futuro dei mercati finanziari. Il 16% dei clienti intervistati dalla banca prevede che oltre il 10% degli asset finanziari sarà tokenizzato entro i prossimi cinque anni. Tuttavia, l’adozione su larga scala richiederà ulteriori sviluppi tecnologici e un quadro normativo più definito.

Questa mossa di Goldman Sachs riflette una tendenza più ampia nel settore finanziario, dove le istituzioni stanno cercando di sfruttare le potenzialità della blockchain non solo per criptovalute, ma anche per la gestione di asset tradizionali. La decisione di rendere la piattaforma “di proprietà del settore” potrebbe accelerare l’adozione e promuovere la standardizzazione delle tecnologie blockchain nel settore bancario e dei mercati dei capitali.

Goldman Sachs si trova ora in una posizione di leadership per guidare l’innovazione nei mercati digitali, ma anche per affrontare le sfide regolamentari e operative legate alla diffusione di nuove tecnologie finanziarie. La mossa rappresenta non solo un’evoluzione tecnologica, ma anche un cambio di paradigma strategico, segnalando l’intenzione della banca di collaborare più strettamente con l’intero ecosistema finanziario.