Il libro Elementi di Etica Digitale curato da Pietro Jarre e Gianni Garbarini rappresenta una riflessione articolata su opportunità, impatti e rischi delle tecnologie digitali. In un’era in cui il digitale permea ogni aspetto della società, questa pubblicazione offre una guida essenziale per comprendere le sfide etiche e sociali che l’innovazione tecnologica comporta.

Divisa in sei sezioni principali, l’opera esplora temi che spaziano dalla sostenibilità delle tecnologie digitali all’impatto sull’ambiente, dai diritti fondamentali dei cittadini all’educazione digitale. Ogni capitolo si avvale del contributo di esperti provenienti da vari settori, sottolineando l’importanza di una prospettiva multidisciplinare.

Cosimo Accoto, nell’apertura, introduce il concetto di “società della programmazione”. Il codice software, come nuovo linguaggio dominante, sta ridefinendo le regole della convivenza civile e delle istituzioni. La programmazione, l’automazione, l’anticipazione e la simulazione sono i pilastri di questa trasformazione, che richiedono una revisione profonda del nostro rapporto con le tecnologie. I dati sono definiti “il nuovo petrolio”, ma anche “l’acqua corrente”.

Giacomo Pezzano sottolinea la complessità etica legata alla proprietà e all’uso dei dati: a chi appartengono realmente? Tim Berners-Lee, padre del World Wide Web, suggerisce un futuro basato su Personal Online Data Pods, garantendo un controllo individuale sui dati personali.

Marco Roberti demistifica l’idea di neutralità dell’Intelligenza Artificiale, mostrando come i bias umani siano incorporati negli algoritmi. L’esempio di Google Translate evidenzia pregiudizi di genere radicati nei dati di addestramento, un problema critico che riflette il bisogno di una progettazione etica degli algoritmi.

Mariella Berra affronta il tema del divario digitale di genere, evidenziando come l’educazione digitale possa favorire l’uguaglianza e l’inclusione. Analogamente,

Don Moreno Filipetto propone iniziative per contrastare l’analfabetismo funzionale digitale e formare giovani consapevoli e responsabili.

L’impatto ambientale del digitale è esplorato da Giovanna Sissa, che evidenzia come la transizione digitale non sia necessariamente sinonimo di sostenibilità ecologica. Le emissioni di CO2 generate dallo streaming e dagli enormi data center richiedono un’attenzione urgente e standard più rigorosi, come quelli proposti dal W3C.

Valentina Sellaroli analizza il ruolo del digitale nel sistema giudiziario, enfatizzando la necessità di una vera digitalizzazione che trasformi i flussi di lavoro.

Enrico Capirone, invece, illustra come i fondi del PNRR possano rappresentare un’opportunità unica per digitalizzare la Pubblica Amministrazione, rendendo i servizi più equi e accessibili.

L’importanza della Corporate Digital Responsibility (CDR) è affrontata da Rob Price, che delinea principi chiave per un approccio etico alle tecnologie.

Carlo Bozzoli di ENEL sottolinea come le aziende debbano riconsiderare il ciclo di vita del software per minimizzare gli sprechi e massimizzare l’efficienza.

Il volume non dimentica l’utente finale. Giuseppe Giorgio Pacelli descrive iniziative come SPID gratuito per tutti, volte a ridurre il divario digitale. Indira Pastoris esplora la dipendenza digitale come una nuova sfida per il benessere psicologico.

Il libro invita a un dialogo continuo, ponendo domande fondamentali sulla nostra interazione con il digitale: siamo pronti ad affrontare le sfide etiche e ambientali del futuro? Elementi di Etica Digitale non solo fornisce risposte, ma spinge i lettori a interrogarsi e a partecipare attivamente alla costruzione di una società digitale più consapevole, sostenibile ed equa.