Perplexity ha affrontato diverse accuse di violazione del copyright da parte di importanti aziende mediatiche. In particolare, Forbes e Wired hanno criticato pubblicamente la startup per presunti casi di plagio dei loro contenuti. Forbes ha accusato Perplexity di utilizzare parti dei suoi articoli in un nuovo prodotto progettato per riassumere le notizie, mentre Wired ha riportato che i suoi contenuti sono stati fraintesi come originali dal motore di ricerca di Perplexity. In risposta a queste questioni, The New York Times Co. ha inviato una lettera di cessazione e desistenza, e News Corp ha intentato una causa contro Perplexity per violazioni del copyright.
Srinivas ha riconosciuto queste sfide legali, ma ha adottato un approccio piuttosto informale, definendosi un “CEO alle prime armi” che sta ancora imparando come gestire un’azienda tecnologica. Ha espresso sorpresa per il livello di attenzione e scrutinio che la sua startup ha ricevuto, indicando di aver sottovalutato l’importanza di queste accuse.
Oltre ai problemi legali, Perplexity sta anche competendo direttamente con Google nel mercato dei motori di ricerca. Srinivas crede che, sebbene Google rimanga il giocatore dominante, Perplexity punta a ritagliarsi una nuova nicchia offrendo un “motore di risposte” che fornisce risposte dirette alle domande degli utenti piuttosto che risultati di ricerca tradizionali. Questo approccio potrebbe potenzialmente interrompere l’interfaccia utente consolidata e il modello pubblicitario di Google.
Srinivas sta esplorando modelli di ricavi innovativi, inclusi servizi in abbonamento e nuove strategie pubblicitarie digitali che potrebbero offrire agli inserzionisti ritorni significativamente più elevati rispetto agli annunci online tradizionali. Tuttavia, deve affrontare la sfida di convincere i marketer del valore di questo nuovo modello prima che Google possa adattare le proprie offerte per competere efficacemente.