Nella notte delle elezioni statunitensi, la maggior parte delle aziende leader nel campo dell’intelligenza artificiale ha scelto un approccio estremamente cauto. Google, ad esempio, ha limitato il suo modello Gemini dal rispondere a domande elettorali, mentre OpenAI ha preferito indirizzare gli utenti verso fonti giornalistiche affermate, come Reuters, evitando qualsiasi rischio di amplificare informazioni fuorvianti. Dietro questa prudenza si celano comprensibili timori legati alla potenziale vulnerabilità degli algoritmi AI, che, se mal utilizzati o interpretati, possono contribuire alla disinformazione elettorale.

In netta controtendenza, Perplexity, una delle aziende di IA emergenti più promettenti, ha scelto di offrire un servizio innovativo chiamato “Election Information Hub”, ne avevamo prontamente scritto. La decisione di Perplexity, sicuramente audace, ha attirato una significativa attenzione mediatica, fornendo un impulso di visibilità essenziale per l’azienda, specie dopo un anno di difficoltà e scontri con il settore dei media. L’elemento più appariscente dell’”Election Information Hub” è stato il suo tracker per i risultati elettorali, alimentato da dati forniti direttamente dall’Associated Press, proponendosi così come una sorta di alternativa alle piattaforme giornalistiche, che RIVISTA.AI ha usato per monitorare le elezioni e foraggiare il redattore.

Questa iniziativa pone un interrogativo cruciale: cosa rappresenta davvero Perplexity? Sebbene sia un motore di ricerca con intelligenza artificiale, la startup si sta ritagliando un ruolo ambiguo, oscillando tra tecnologia e media. Pur non essendo ufficialmente un’agenzia di stampa, ha iniziato a incorporare funzionalità simili a quelle giornalistiche, come il tracker dei risultati e le “Pagine di riepilogo delle notizie”. Questa ambiguità, però, ha già provocato delle controversie: in precedenza, Perplexity è stata accusata di plagio per aver riprodotto senza autorizzazione un articolo di Forbes per alimentare una delle sue pagine di riepilogo.

Nonostante le criticità, Perplexity non mostra segni di rallentamento. La recente valutazione di 9 miliardi di dollari rappresenta un salto impressionante – un aumento di otto volte in meno di un anno – e conferma la fiducia degli investitori nel potenziale dell’azienda. Tuttavia, l’aumento di responsabilità e visibilità implica anche nuove sfide. Perplexity, infatti, si trova a dover bilanciare il ruolo di aggregatore tecnologico e di potenziale fonte informativa, cercando di evitare passi falsi che potrebbero danneggiare la sua reputazione e alimentare dubbi sulla sua affidabilità.

Di fronte a un panorama tecnologico e mediatico in rapida evoluzione, la scelta di Perplexity potrebbe rappresentare una visione strategica innovativa o, al contrario, un terreno scivoloso. Con il ruolo dell’intelligenza artificiale sempre più centrale nel modo in cui le persone accedono all’informazione, le decisioni prese oggi da aziende come Perplexity non influenzeranno solo il loro futuro, ma anche il delicato equilibrio tra tecnologia e responsabilità sociale.