Quando Elon Musk è stato costretto ad acquistare Twitter due anni fa, ha promesso una rivoluzione. Voleva trasformare il social network in una “piazza digitale” e in una “app per tutto,” che offrisse dall’informazione alla finanza fino a diventare un hub di servizi integrati. A oggi, nessuna di queste promesse si è materializzata. X non è diventata né il centro del dibattito pubblico che Musk immaginava né un’app universale capace di migliorare la nostra vita quotidiana.
Il problema non è solo che X non funziona come Musk aveva previsto, ma che ha completamente deviato dalla visione di partenza. Invece di rappresentare una piattaforma bilanciata, che “infastidisce tanto la destra quanto la sinistra,” X si è trasformata in una macchina di propaganda per i progetti politici e personali di Musk. Si vocifera persino che Musk sia così concentrato a sostenere la rielezione di Donald Trump da aver dimenticato che X doveva diventare, a suo dire, una banca.
Solo l’anno scorso, Musk sosteneva che X avrebbe potuto “gestire l’intera vita finanziaria di una persona” entro la fine del 2024. La prima fase del progetto era lo sviluppo di una funzione di pagamento simile a Venmo, che però è ancora in fase di sviluppo. X ha ottenuto le licenze necessarie per operare come trasmettitore di denaro in 38 stati, ma non in quelli chiave come New York. Anche il piano di far evolvere X verso una rete multi-servizi con dating, networking professionale e contenuti video è rimasto sulla carta. Anzi, i problemi si sono moltiplicati: il numero di spam e bot è aumentato rispetto a quando Musk ha rilevato l’azienda, e le interferenze estere sul dibattito politico americano attraverso bot sono ormai sotto gli occhi di tutti.
Se la performance di X appare così caotica, è probabile che Musk stesso abbia ormai perso interesse nel progetto. Sembra infatti che abbia deciso di concentrare tutte le risorse sul settore dell’intelligenza artificiale, trasformando X in un serbatoio di dati per allenare il suo nuovo modello AI, Grok, lanciato dalla sua startup rivale di OpenAI, xAI. Questa scelta è motivata anche dai numeri: Musk ha bisogno di fondi. Dopo aver raccolto $6 miliardi quest’anno per xAI, sta cercando ulteriori capitali per comprare un nuovo lotto di 100.000 H100 di Nvidia, che saranno integrati nel supercomputer Colossus a Memphis, Tennessee. La necessità di ulteriore capitale è anche legata alla competizione con le offerte stellari che altri colossi tecnologici offrono ai migliori talenti AI, e Musk sta rincorrendo quei pacchetti retributivi per attirare i migliori cervelli.
Per i dipendenti di X, questa virata verso l’AI è una doccia fredda. Musk aveva promesso loro liquidità periodica delle proprie quote, sul modello di SpaceX, ma in due anni questa promessa non si è mai concretizzata. Gli insider di X dubitano ormai che succederà mai, e la piattaforma ha perso la sua funzione originaria per diventare una risorsa di Musk per sostenere le sue ambizioni personali, uno strumento per una nuova era dell’intelligenza artificiale piuttosto che una piazza digitale.