Le elezioni presidenziali statunitensi sono fissate per il 5 novembre, con la serrata competizione tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump che potrebbe rimanere indecisa per giorni. Mentre i voti vengono conteggiati, un vantaggio iniziale di un candidato potrebbe ridursi man mano che vengono scrutinati più voti. Nel 2020, alcuni stati hanno visto un “miraggio rosso” con Trump inizialmente in testa, seguito da un “cambio blu” quando Joe Biden lo ha superato, cosa che Trump ha usato per sostenere le sue false affermazioni di elezione rubata.
Negli ultimi anni, Silicon Valley ha assistito a un cambiamento significativo e inatteso nella sua scena politica interna, con un numero crescente di influenti figure tecnologiche che iniziano a gravitare verso posizioni più conservatrici e, in alcuni casi, verso Donald Trump. A capo di questo nuovo orientamento c’è Elon Musk, una delle figure più visibili e polarizzanti dell’industria tecnologica, che ha aperto la strada a una serie di dichiarazioni e azioni che sfidano la tradizionale inclinazione democratica della Valley. A un anno dalle elezioni presidenziali del 2024, il settore tecnologico appare politicamente più diviso che mai.
Elon Musk e la sua Svolta Politica
La transizione di Musk verso una posizione politica meno progressista è emersa chiaramente nel 2022, dopo l’acquisizione di Twitter (ora X). Con toni decisamente diversi da quelli che molti associano al settore tecnologico, Musk ha iniziato a criticare l’amministrazione di Joe Biden e ha dichiarato pubblicamente di aver votato per il Partito Repubblicano per la prima volta, un atto senza precedenti per il magnate sudafricano. Il cambiamento ha suscitato reazioni contrastanti all’interno dell’élite tecnologica, sollevando dubbi tra alcuni investitori e suscitando entusiasmo tra coloro che vedono in Trump una risposta ai timori di un eccesso di regolamentazione.
Elon Musk ha recentemente assunto un ruolo attivo nella campagna elettorale a sostegno di Donald Trump, un cambiamento significativo rispetto alla sua precedente posizione di imprenditore distaccato dalla politica. La sua presenza in Pennsylvania, dove ha tenuto eventi pubblici e investito ingenti somme di denaro attraverso il suo comitato di azione politica, ha suscitato l’attenzione dei media e degli osservatori politici. Musk ha dichiarato che questa elezione è cruciale per il futuro degli Stati Uniti, attirando l’attenzione di giovani come Zander Mundy, che inizialmente non intendeva votare. La strategia di Musk è stata definita audace e differente rispetto a quella dei CEO tradizionali, poiché egli si espone pubblicamente piuttosto che operare dietro le quinte.
Tuttavia, il suo impegno politico ha sollevato interrogativi sulle sue motivazioni. Alcuni critici suggeriscono che Musk potrebbe cercare vantaggi per le sue aziende in caso di vittoria di Trump, considerato il suo interesse a influenzare le politiche governative riguardanti la regolamentazione. Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo alla legalità delle sue donazioni e al potenziale conflitto di interessi se dovesse ricoprire un ruolo nell’amministrazione Trump. Nonostante le controversie, Musk continua a posizionarsi come una figura centrale nella campagna, promettendo anche incentivi finanziari agli elettori per stimolare la partecipazione al voto.
Il Caso Andreessen Horowitz: Una Frattura Senza Precedenti
Un esempio significativo di questa frattura politica è rappresentato dalla nota società di venture capital Andreessen Horowitz (a16z). Fondata nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz, l’azienda è stata un pilastro della scena tecnologica e ha sostenuto una vasta gamma di startup e innovazioni, mantenendo per anni una coesione politica e d’investimento ben definita. Tuttavia, il 2023 ha visto Andreessen e Horowitz sostenere candidati e cause diametralmente opposti, infrangendo una tradizione di unità politica.
Secondo gli ultimi documenti depositati presso la Commissione elettorale federale, i capitalisti di rischio Marc Andreessen e Ben Horowitz hanno donato 2,5 milioni di dollari ciascuno a un super comitato d’azione politica pro-Donald Trump.
Marc Andreessen ha iniziato ad abbracciare idee più vicine al conservatorismo e alla deregolamentazione. Secondo Andreessen, il clima normativo attuale è troppo restrittivo e limita la capacità delle aziende tecnologiche di innovare liberamente. D’altro canto, Ben Horowitz è rimasto fedele a una visione progressista, difendendo i valori tradizionali della Silicon Valley, come l’inclusività, l’etica aziendale e l’impegno per l’ambiente. Le divergenze politiche hanno sollevato dubbi sulle future decisioni di investimento della società e sugli effetti che potrebbero derivare da una frammentazione del settore.
Andreessen e Horowitz hanno contribuito a Right For America, un super PAC focalizzato sugli stati indecisi come Arizona, Georgia e Pennsylvania. I principali sostenitori includono Isaac Perlmutter, ex presidente della Marvel Entertainment, e sua moglie Laura, che hanno donato 4,9 milioni di dollari nell’ultimo trimestre, totalizzando 25 milioni quest’anno. Anche Marc Rowan, CEO di Apollo Global Management LLC, ha donato 1 milione di dollari.
L’Influenza di Peter Thiel e la Minaccia Cinese
Un’altra figura chiave in questa nuova era di polarizzazione è Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e noto sostenitore di Trump. Thiel ha supportato economicamente diversi candidati repubblicani, tra cui Blake Masters, uno degli sfidanti nel Senato dell’Arizona nel 2022. Sebbene Masters non abbia ottenuto la vittoria, il sostegno di Thiel ha dimostrato l’influenza crescente di una frangia conservatrice all’interno della Valley.
Una delle preoccupazioni centrali per questi investitori e imprenditori è la competizione con la Cina. La strategia economica del Partito Democratico e le sue politiche di interdipendenza internazionale vengono viste come eccessivamente accomodanti nei confronti della Cina, paese che alcuni imprenditori della Silicon Valley considerano una minaccia per la leadership americana nella tecnologia. La linea più dura promossa dai repubblicani appare invece, per alcuni, come una difesa necessaria dell’industria tecnologica statunitense, percepita come in pericolo in un contesto globale sempre più competitivo.
Thiel ha previsto che le elezioni presidenziali del 2024 non saranno combattute. Durante il “The All-In Summit” all’inizio di questo mese, ha dichiarato di ritenere che la vittoria andrà chiaramente al Vicepresidente Kamala Harris o all’ex Presidente Donald Trump. Ha suggerito che la “bolla di Kamala” potrebbe esplodere o che gli elettori di Trump potrebbero perdere motivazione, portando una delle due parti a crollare prima delle elezioni. “Una parte crollerà semplicemente nei prossimi due mesi,” ha aggiunto Thiel.
Silicon Valley e l’Eredità Democratica
L’evoluzione delle inclinazioni politiche della Silicon Valley appare particolarmente sorprendente se paragonata alla sua tradizione. Per decenni, la Valley ha rappresentato un solido bastione per il Partito Democratico, in linea con politiche di apertura verso l’immigrazione, il cambiamento climatico e i diritti civili. La presidenza di Barack Obama (2009-2017) ha incarnato per molti dei leader tecnologici un ideale di governo progressista, capace di promuovere la neutralità della rete e incentivare l’energia rinnovabile.
La vittoria di Trump nel 2016 è stato un primo segnale di disturbo per questa relazione consolidata. Le politiche protezioniste e la retorica “America First” di Trump hanno creato una certa divisione, con alcuni leader che hanno appoggiato questa linea vedendola come un necessario contrappeso all’influenza straniera. Nonostante il settore fosse generalmente scettico verso Trump, il supporto aperto di Peter Thiel ha evidenziato una piccola ma crescente inclinazione verso politiche più conservatrici.
Diversi fattori sembrano contribuire a questa polarizzazione crescente. In primo luogo, l’aumento della regolamentazione e il controllo governativo hanno spinto alcuni imprenditori e investitori a cercare alternative politiche. Le normative sulla privacy, come il California Consumer Privacy Act (CCPA) e il General Data Protection Regulation (GDPR) in Europa, così come le indagini antitrust, sono viste da alcuni leader come eccessivamente restrittive e limitanti.
In secondo luogo, la competizione internazionale, e in particolare la rivalità con la Cina, ha acceso dibattiti accesi. Molti leader della Valley vedono le politiche di Trump, volte a rafforzare la produzione americana e a ridurre la dipendenza dalla Cina, come una risposta più incisiva rispetto alle strategie democratiche. La visione più aggressiva promossa dai conservatori è percepita da alcuni come necessaria per salvaguardare la competitività americana. ve
Questa nuova polarizzazione ha conseguenze importanti per la Silicon Valley. Da un lato, potrebbe influenzare le strategie di investimento e creare spaccature all’interno delle aziende tecnologiche stesse. Una maggiore diversificazione politica potrebbe ridurre la coesione interna e portare a divisioni tra i dipendenti, in gran parte progressisti, e alcuni degli investitori.
Dall’altro lato, l’attrattività della Silicon Valley come destinazione di talenti potrebbe risentirne, soprattutto tra coloro che hanno sempre visto nella Valley un luogo di innovazione e progresso sociale. La frattura politica sembra pronta a creare nuovi equilibri e potrebbe portare a un riallineamento dell’identità della Silicon Valley.
La crescente divisione politica all’interno della Silicon Valley segna una svolta storica. Una volta compatta nel sostenere valori progressisti e nel contribuire a un’innovazione “pro-società”, la Valley si trova ora a un bivio, divisa tra un nuovo orientamento conservatore e la sua eredità democratica. Il settore si prepara ad affrontare sfide interne che non riguardano solo l’innovazione, ma anche la propria identità politica. Con le elezioni del 2024 alle porte, Silicon Valley rappresenta una frontiera politica nuova, dove le scelte e gli investimenti non rispecchieranno più un consenso uniforme.
Gli investitori tecnologici americani, una volta innovatori, ora fanno parte dell’establishment. Dichiarano: “Lasciamo che il governo faccia il suo lavoro, ma senza interferire nei nostri affari”. Né la destra né la sinistra sono più quelle di prima. Donald Trump, candidato repubblicano, vuole aumentare il sostegno al settore privato e le barriere protezionistiche. Il Partito Democratico limita la libertà di espressione per “correttezza politica” e resta intrappolato in paradigmi burocratici. I confini sono confusi; non è chiaro chi sfida chi o chi rappresenta l’establishment. Alcuni investitori potrebbero appoggiare Trump vedendolo come “vincente”. Vedremo se il ritiro del presidente Joe Biden cambierà le cose. È tradizione per i leader aziendali dichiarare apertamente il proprio sostegno politico, e si spera che gli Stati Uniti mantengano questa usanza.