Valutare i rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale (IA) è diventato cruciale in un contesto di sviluppo tecnologico accelerato. La distinzione tra FRIA (Valutazione di Impatto sui Rischi Fondamentali) e DPIA (Valutazione di Impatto sulla Protezione dei Dati) evidenzia l’approccio europeo verso un’IA responsabile e conforme alle normative vigenti.

La Data Protection Impact Assessment (DPIA) è uno strumento essenziale del GDPR. Serve a valutare l’impatto del trattamento dei dati personali sui diritti e le libertà degli individui prima di iniziare attività rischiose. Con l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, il FRIA (Fundamental Rights Impact Assessment), previsto dall’AI Act dell’Unione Europea, diventerà cruciale per valutare l’impatto delle tecnologie AI ad alto rischio sui diritti fondamentali.

La FRIA, prevista dall’AI Act, si concentra su un’analisi olistica dei rischi che un sistema di IA può comportare per i diritti umani fondamentali. Non riguarda solo la privacy, ma include anche libertà di espressione, non discriminazione e sicurezza personale. Questo approccio preventivo è essenziale per garantire che le tecnologie emergenti rispettino valori etici e legali, mitigando le conseguenze di possibili usi impropri, errori o vulnerabilità sistemiche. L’idea di coinvolgere tutte le parti interessate e di pubblicare report dettagliati sui risultati aggiunge trasparenza e responsabilità, elementi chiave per costruire fiducia nel mercato.

D’altra parte, la DPIA, come definita dal GDPR e obbligatoria ai sensi dell’art. 35 del GDPR , si concentra esclusivamente sul trattamento dei dati personali. Essendo uno strumento normativo obbligatorio, guida le organizzazioni a valutare l’impatto che le loro operazioni possono avere sulla privacy degli individui. Il suo valore risiede nel prevenire violazioni e abusi, stabilendo misure di protezione proattive prima che i dati vengano effettivamente trattati.

La complementarità tra FRIA e DPIA evidenzia una strategia legislativa lungimirante. La prima abbraccia l’intero ecosistema di sviluppo e utilizzo di modelli IA ad alto rischio, mentre la seconda assicura che il trattamento dei dati personali sia conforme ai principi di minimizzazione, trasparenza e sicurezza. Insieme, rappresentano un quadro integrato di governance che rende l’Europa un modello globale per l’adozione responsabile dell’IA.

Questo duplice approccio dimostra che lo sviluppo tecnologico può coesistere con la protezione dei diritti fondamentali. Tuttavia, la sfida rimane nell’implementazione pratica: garantire che le organizzazioni comprendano e rispettino questi obblighi senza compromettere l’innovazione. La collaborazione tra industria, enti regolatori e società civile sarà cruciale per trasformare questi strumenti da semplici requisiti normativi a veri e propri catalizzatori di progresso sostenibile e inclusivo.

Non fermano l’innovazione, ma si assicurano che nessuno venga investito nel processo.