Perplexity, una startup di ricerca basata su intelligenza artificiale, ha recentemente assunto Jessica Chan, ex manager di LinkedIn e Meta, come prima responsabile delle partnership con gli editori. Questa mossa è parte di un programma più ampio che mira a stabilire relazioni più positive con i media, specialmente in un contesto di crescente tensione tra le aziende tecnologiche e gli editori tradizionali.
Chan guiderà un programma che prevede la condivisione dei ricavi pubblicitari con gli editori. Quando Perplexity inizierà a mostrare annunci accanto ai risultati di ricerca, gli editori riceveranno una percentuale dei guadagni generati quando le risposte fanno riferimento ai loro contenuti. Questo approccio rappresenta un tentativo di riconciliare le relazioni con gli editori, dopo settimane di accuse di plagio e violazione del copyright.
Tuttavia, il compito di Chan potrebbe risultare complesso. Perplexity ha affrontato critiche significative da parte di importanti editori come News Corp e il New York Times, che hanno intentato cause legali contro la startup per presunta appropriazione indebita dei loro contenuti. Queste azioni legali sono emblematiche della frattura esistente tra il settore editoriale e le tecnologie AI, dove molti editori si sentono sfruttati dalle pratiche delle aziende tecnologiche.
Il programma prevede che:
- Gli editori guadagnino una percentuale dei ricavi pubblicitari generati dalle risposte che utilizzano i loro contenuti.
- I partner editoriali riceveranno un abbonamento gratuito al livello Enterprise di Perplexity per un anno.
- Accesso a strumenti per sviluppatori e dati analitici tramite Scalepost.ai, una nuova iniziativa che facilita le collaborazioni tra aziende AI e editori.
Perplexity ha dichiarato che la compensazione sarà calcolata su base per-articolo, garantendo che ogni pezzo utilizzato venga remunerato. Inoltre, la startup prevede di offrire anticipi in contante agli editori mentre lavora per stabilire un modello pubblicitario sostenibile.
Le tensioni tra Perplexity e i media sono aumentate in seguito alle cause intentate da News Corp e dal New York Times. Queste aziende accusano Perplexity di utilizzare contenuti protetti da copyright senza autorizzazione, sottraendo traffico ai loro siti web. Le denunce includono anche l’uso di informazioni errate o “allucinazioni” nei risultati generati dalla AI, danneggiando ulteriormente la reputazione degli editori coinvolti.
Nonostante queste sfide legali, Perplexity continua a cercare investimenti significativi per espandere le sue operazioni. La startup è attualmente in trattative per raccogliere oltre 500 milioni di dollari nel suo quarto round di finanziamento in un anno, portando la sua valutazione a circa 8 miliardi di dollari.
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