OpenAI, la società supportata da Microsoft, genera attualmente circa il 75% dei suoi ricavi grazie agli abbonamenti. Questo dato, condiviso dal CFO Sarah Friar durante un’intervista a Bloomberg, mette in luce una significativa espansione della base clienti, in particolar modo nel segmento consumer.
“Siamo impressionati dal ritmo di crescita, soprattutto sul lato consumer,” ha dichiarato Friar. “Anche le nostre attività enterprise, sebbene ancora giovani, stanno già producendo un ammontare notevole di entrate annualizzate. Siamo davvero entusiasti del potenziale che intravediamo lì.”
Il modello di abbonamento rappresenta una componente chiave del business di OpenAI. Attraverso una sottoscrizione di $20 al mese per l’accesso alla versione avanzata del modello GPT-4, l’azienda ha saputo attrarre sia utenti privati sia organizzazioni in cerca di servizi di intelligenza artificiale d’avanguardia. Oltre agli abbonamenti, OpenAI offre token a prezzi variabili, consentendo una maggiore flessibilità nell’uso della piattaforma.
Nonostante la crescita esplosiva, OpenAI si trova di fronte a sfide significative sul piano finanziario. L’azienda, che nel 2023 ha generato ricavi per 3,7 miliardi di dollari, prevede di chiudere l’anno con una perdita di circa 5 miliardi di dollari. Questo deficit si lega principalmente agli elevati costi operativi e alla necessità di mantenere infrastrutture avanzate per l’addestramento e il miglioramento continuo dei modelli IA. Questi costi, strettamente connessi all’adozione di tecnologie all’avanguardia e al supporto di Microsoft, mettono in evidenza il complesso equilibrio tra crescita esponenziale e sostenibilità economica.
La sfida per OpenAI è ora duplice: mantenere il ritmo di crescita e, al contempo, ottimizzare i costi per ridurre le perdite.