Il recente sviluppo che ha visto Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) interrompere la produzione di chip per una società cinese legata a un noto magnate delle criptovalute ha suscitato preoccupazioni significative nel contesto delle attuali tensioni geopolitiche. Questa decisione è stata presa in concomitanza con l’apertura di un’indagine da parte del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti riguardo ai presunti legami di TSMC con Huawei, un gigante tecnologico cinese sotto severe sanzioni americane.

Secondo fonti vicine alla questione, TSMC ha cessato la produzione di chip per una società di design cinese, la quale, si sospetta, stesse canalizzando i semiconduttori verso Huawei. Questa mossa è avvenuta poco dopo che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha iniziato a indagare se TSMC avesse violato le normative sulle esportazioni fornendo chip a Huawei, il che sarebbe in netto contrasto con le restrizioni imposte dal governo statunitense nel 2020.

Dal 2019, Huawei è stata oggetto di sanzioni statunitensi che le impediscono di acquistare chip prodotti con attrezzature americane. Queste restrizioni sono state ampliate nel 2020 e mirano a limitare l’accesso della compagnia cinese a tecnologie critiche, temendo che potessero essere utilizzate per attività di spionaggio a favore del governo cinese[2][5]. Nonostante ciò, ci sono stati rapporti secondo cui Huawei sarebbe riuscita a eludere queste sanzioni attraverso canali alternativi, inclusi produttori come TSMC.

In risposta alle scoperte recenti, TSMC ha attivato immediatamente le sue procedure di controllo delle esportazioni e ha interrotto le spedizioni al cliente coinvolto. L’azienda ha affermato di non aver fornito chip a Huawei dalla metà di settembre 2020 e ha comunicato proattivamente sia al governo taiwanese che a quello statunitense riguardo alla situazione[4][5]. Tuttavia, la scoperta che un chip prodotto da TSMC è stato trovato in un prodotto Huawei ha sollevato interrogativi sulla capacità dell’azienda taiwanese di monitorare efficacemente i propri clienti e garantire la conformità alle normative internazionali.

Questa situazione non solo evidenzia le complessità delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma solleva anche questioni più ampie riguardo alla sicurezza nazionale e alla competitività tecnologica. John Moolenaar, un membro repubblicano del Congresso degli Stati Uniti, ha descritto la presenza di chip TSMC nei prodotti Huawei come una “catastrofica falla della politica di controllo delle esportazioni”, sottolineando l’importanza strategica dei semiconduttori nella competizione tecnologica globale.

la situazione potrebbe avere ripercussioni significative per il mercato globale dei semiconduttori. Se gli Stati Uniti decidessero di imporre sanzioni più severe su TSMC o su altre aziende taiwanesi, potrebbero verificarsi interruzioni significative nelle catene di approvvigionamento globali, dato che TSMC è il principale fornitore di chip per molte aziende tecnologiche americane come Apple e Nvidia.

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