Il recente sviluppo in casa Meta, con Reuters che sarà compensata per il suo contenuto utilizzato nel chatbot AI dell’azienda, segna un passo importante nella strategia di Meta riguardo il giornalismo e le notizie. A partire da venerdì, gli utenti statunitensi inizieranno a vedere collegamenti agli articoli di Reuters sulle piattaforme di Meta come Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. Tuttavia, questa mossa è in contrasto con la posizione di Meta riguardo i contenuti di notizie e attualità, specialmente considerando che l’azienda ha recentemente adottato una linea più cauta su contenuti simili sulla sua piattaforma Threads. I dirigenti hanno affermato che l’azienda non intende incoraggiare contenuti di notizie e politici.

Negli ultimi anni, diversi media, tra cui The Atlantic e The Wall Street Journal, hanno firmato accordi di licenza con OpenAI, un chiaro segno della volontà delle organizzazioni di notizie di adattarsi all’evoluzione del panorama informativo influenzato dall’AI. Nicholas Thompson, CEO di The Atlantic, ha espresso l’opinione che partecipare a questa transizione possa portare a risultati più favorevoli per il giornalismo, anche se ci sono preoccupazioni sul modo in cui l’AI gestisce notizie e attualità.

In contrasto, il New York Times sta affrontando una battaglia legale costosa contro OpenAI e Microsoft, accusandoli di violazione del copyright nello sviluppo dei loro modelli di intelligenza artificiale. Questa situazione riflette una tensione crescente tra le aziende tecnologiche e i media tradizionali riguardo alla proprietà intellettuale e alla giusta remunerazione per il contenuto.

Il fatto che Meta ora sembri disposto a pagare per contenuti di notizie, mentre contemporaneamente combatte leggi che richiederebbero una compensazione ai publisher, evidenzia una strategia complessa. In Canada, per esempio, Meta ha bloccato tutti i conti e i link dei publisher sulle sue piattaforme piuttosto che conformarsi a una nuova legge che richiede compensi. Situazioni simili si sono verificate anche in California, dove Google ha minacciato di adottare misure analoghe. La partnership da 250 milioni di dollari tra Google e i media, parte della quale è destinata a programmi di AI, mette in luce come le aziende stiano cercando di navigare in un terreno minato di legislazioni e richieste di risarcimento.

Questi sviluppi suggeriscono che il futuro del giornalismo e dell’informazione potrebbe essere influenzato in modo significativo dall’integrazione dell’AI nelle piattaforme di social media, rendendo necessario un dialogo aperto tra le aziende tecnologiche e i fornitori di contenuti per garantire una relazione reciprocamente vantaggiosa.