Perplexity AI, un motore di ricerca basato su intelligenza artificiale generativa, è attualmente coinvolto in una causa legale intentata da News Corp, che controlla il Wall Street Journal e il New York Post, per presunta violazione del copyright (Notizia WSJ).
Le accuse mosse dai publisher comprendono l’uso non autorizzato di contenuti giornalistici per generare risposte agli utenti, indirizzando così il traffico web lontano dai loro siti. La causa è stata depositata lunedì presso il Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti nel Distretto Meridionale di New York. I publisher chiedono a Perplexity di cessare l’uso dei loro contenuti senza permesso, di distruggere qualsiasi database contenente materiale protetto da copyright e di pagare fino a $150.000 per ogni caso di violazione del copyright.
Questa azione legale si inserisce in una serie di cause contro startup di intelligenza artificiale, spesso incentrate sull’uso di contenuti protetti per addestrare modelli linguistici. Recentemente, anche The New York Times ha inviato a Perplexity una lettera di “cessa e desisti”, esprimendo preoccupazioni simili riguardo all’uso non autorizzato dei propri contenuti.
Perplexity, sostenuta da investitori come Jeff Bezos e Nvidia, sta cercando di raddoppiare la propria valutazione a oltre $8 miliardi in un nuovo round di finanziamenti. Attualmente, l’azienda sta modificando il proprio modello di business da un abbonamento a un sistema pubblicitario, simile a quello utilizzato da Google. Nonostante abbia iniziato a collaborare con alcuni editori per condividere i ricavi pubblicitari, continua a utilizzare contenuti di editori con cui non ha accordi.
Il CEO di News Corp, Robert Thomson, ha dichiarato che Perplexity sta perpetrando un abuso della proprietà intellettuale che danneggia i giornalisti e i publisher. Ha sottolineato che l’azienda non solo ignora le leggi sul copyright ma presenta anche informazioni alterate come sostituti diretti dei contenuti originali.