Se ci fosse stato Enzo Jannacci a raccontare la storia, probabilmente avrebbe iniziato con un bel “Eh, la Tesla!”. Sì, perché con un misto di ironia e profonda riflessione ci avrebbe accompagnato dentro questo evento che ha un che di futuristico, quasi da fantascienza. Non è che una macchina, ci avrebbe detto, eppure oggi ci si aspetta di veder volare non solo le farfalle, ma anche le porte!

L’attesa è tutta per l’evento “We Robot” di Tesla, che si terrà giovedì notte negli studi della Warner Bros. Discovery, a Los Angeles. Un ritardo rispetto alla data originale, che doveva essere l’8 agosto. E si sa, quando c’è un ritardo, l’aspettativa cresce, come quando aspetti un treno che non arriva e ti chiedi se alla fine sbucherà fuori una locomotiva tutta nuova. Che sia questo il caso di Tesla?

Pare di sì, o almeno così si vocifera. Le indiscrezioni parlano di un prototipo di robotaxi segretissimo, ma che forse, e dico forse, potrebbe avere due sedili anteriori e delle porte che si aprono in su, come le ali di una farfalla. O di un sogno. Lo chiamano Cybercab, e già solo il nome ti fa sentire un po’ come se stessi per salire su un’astronave.

Ma Tesla non si ferma qui. C’è chi dice che presenteranno un robovan capace di trasportare fino a dodici persone, o magari una nuova versione dell’Optimus, il robot umanoide. Il nome evoca immagini di supereroi, ma qui si parla di macchine pronte a svolgere lavori ripetitivi, forse nelle fabbriche, forse nei centri di distribuzione.

Saranno la forza lavoro del futuro. E a un prezzo di 20.000 dollari a robot, potrebbe non essere un’utopia. Se poi questi robot saranno capaci di imparare e adattarsi come un essere umano… beh, allora si apre un mondo che neanche Asimov avrebbe potuto immaginare così presto.

Ma veniamo al cuore della questione: Tesla non è più soltanto un costruttore di auto elettriche, come ha dichiarato Wedbush Securities.

È una delle potenze emergenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Dan Ives, analista di Wedbush, crede fermamente che l’azienda svelerà qualche tecnologia che rivoluzionerà il settore dell’autonomia.

Tesla, dicono, è nel bel mezzo della sua seconda grande trasformazione, qualcosa che non si vedeva dai tempi del lancio della Model 3 e della Model Y. E se c’è qualcuno che può farlo, è Elon Musk, l’uomo che non si accontenta mai di stare fermo.

Certo, c’è sempre un rischio. Come ha saggiamente avvertito Gene Munster di Deepwater Asset Management, se Tesla non presenterà nulla di realmente funzionante, un prototipo che non si muove rischia di essere come una torta senza zucchero: può anche sembrare bella, ma nessuno la mangia. In poche parole, la presentazione potrebbe deludere.

Ma nel mondo di Musk, dove il confine tra visione e realtà è sottilissimo, siamo tutti un po’ disposti a correre il rischio.

E poi c’è la questione della regolamentazione. Per lanciare un servizio di robotaxi, non basta solo costruirli. Bisogna anche navigare un mare di leggi e permessi, e capire come permettere ai proprietari di Tesla di “prestare” le loro auto a questa flotta autonoma quando non le usano. La tecnologia sarà anche pronta, ma senza il via libera dei governi, rimarrà nel regno dei sogni.

A proposito dimenticavo l’AI, Nvidia si è posizionata come un attore chiave nell’industria dei robotaxi fornendo l’infrastruttura di calcolo AI essenziale per i veicoli autonomi.

La piattaforma DRIVE dell’azienda, inclusi i sistemi DRIVE Thor e DRIVE Orin, offre soluzioni di calcolo centralizzato ad alte prestazioni che permettono ai robotaxi di elaborare enormi quantità di dati dei sensori in tempo reale.

Questi sistemi sono in grado di gestire i complessi carichi di lavoro AI necessari per una guida autonoma sicura, inclusi percezione, pianificazione e controllo. Le principali aziende di robotaxi che utilizzano la tecnologia Nvidia includono Cruise, Zoox, DiDi, Oxbotica, Pony.ai e AutoX.

La piattaforma DRIVE di Nvidia è scalabile, da 10 TOPS a migliaia di operazioni al secondo, permettendo la personalizzazione in base ai requisiti specifici dei robotaxi.

L’infrastruttura di sviluppo end-to-end dell’azienda, inclusi il software DRIVE Sim e il simulatore DRIVE Constellation, facilita test e validazione completi dei sistemi di guida autonoma

Insomma, cosa ci aspetta? Tra farfalle che volano, robot che si muovono, e macchine che forse, un giorno, andranno da sole, Tesla è pronta a stupire ancora. E noi, come direbbe Jannacci, siamo qui, spettatori di un mondo che cambia.

Vengo anch’io, no, tu no… ma se il robotaxi mi porta a spasso, chissà che non diventi il mio nuovo amico!