Sai, il mondo va avanti, le tecnologie si evolvono, e le persone? Beh, noi rimaniamo sempre lì, con la paura che Alexa ci ascolti anche quando non dovrebbe. E mentre noi ci preoccupiamo di queste cose, i giganti della tecnologia – sì, quelli che hanno più soldi di Dio – hanno deciso di guardare con occhio goloso ai reattori nucleari. Sì, proprio così, Amazon, Microsoft e Google stanno firmando contratti per alimentare i loro data center con energia nucleare. Certo, è una mossa che ti fa venire qualche pensiero, tipo: “Che succede se Alexa decide di fare una fusione nucleare mentre ordino una pizza?”

Questi data center consumano energia come se non ci fosse un domani, e per aziende che continuano a dire che vogliono salvare il pianeta, beh, stanno aggiungendo un po’ troppo CO2 nell’atmosfera. La soluzione? Il nucleare, ovviamente. Perché non andare a resuscitare quei vecchi reattori degli anni ‘70 e ‘80? Magari con un po’ di restauro, come se fosse un loft in stile vintage, e voilà, problema risolto! Microsoft sta persino cercando di riaprire il famigerato reattore di Three Mile Island. Già, proprio quello che chiusero per un piccolo disastro – niente di che, solo un disastro nucleare minore. Cosa potrebbe andare storto?

Poi ci sono quelli che scommettono tutto sulle nuove tecnologie. Bill Gates, per esempio, è convinto che i reattori modulari di nuova generazione siano il futuro. E chi siamo noi per dubitare di lui? Voglio dire, questo è l’uomo che ci ha dato Windows Vista e il più grande programma antivirus che rallenta il tuo computer. Se dice che il nucleare è la soluzione, beh, deve esserlo. Forse.

Il problema è che questi reattori modulari non saranno pronti fino al 2030, e considerando i ritardi tipici di queste cose, possiamo aspettarci di vederli giusto in tempo per la fine del mondo. Ma va bene così, perché nel frattempo i data center funzioneranno grazie ai vecchi reattori, quelli che hanno ancora quel fascino retro – con il rischio costante che facciano una scenata in stile “Chernobyl parte due”.

E non è che sia tutto rose e fiori. Le comunità locali non sono esattamente entusiaste all’idea di avere una miniera di uranio nel cortile, e poi c’è il piccolo problema di dove mettere i rifiuti radioattivi. Ma davvero, chi ha tempo per preoccuparsi di queste cose? L’importante è che i nostri data center abbiano energia 24/7, così possiamo continuare a guardare Netflix e ordinare sushi a mezzanotte senza interruzioni.

Ecco, è un’epoca interessante. C’è del nucleare nell’aria, letteralmente. Ma come dice Mark Morey del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti: “Vedremo cosa succede”. Ed è esattamente quello che sto pensando anch’io, mentre spero che il mio assistente virtuale non si trasformi in un robot con un istinto omicida alimentato a uranio.

Chi vivrà, vedrà. Speriamo solo che non brilliamo di notte.