Markus Reinisch, vicepresidente delle politiche pubbliche di Meta in Europa, ha espresso preoccupazioni riguardo al rischio che l’Europa possa rimanere indietro nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Durante un’intervista, ha sottolineato che la frammentazione del mercato europeo e le normative restrittive potrebbero ostacolare l’innovazione.

L’Europa, con i suoi 27 paesi e le diverse lingue, presenta sfide sistemiche che rendono difficile l’innovazione aperta e la collaborazione tra le aziende.

Il futuro dell’intelligenza artificiale (IA) non dipende solo dalle grandi aziende e dagli innovatori, ma anche dalle normative che ne regolano lo sviluppo e l’utilizzo.

Con l’entrata in vigore dell’AI Act in Europa, molte aziende tecnologiche americane hanno espresso preoccupazioni riguardo alla chiarezza e alla severità delle nuove leggi, temendo che possano compromettere la competitività europea nel settore

In una recente intervista a Repuublica Markus Reinisch, Vice Presidente per le Politiche Pubbliche di Meta, ha evidenziato che la lettera aperta firmata da importanti figure del settore, tra cui Mark Zuckerberg e Yann LeCun, riflette la frustrazione delle aziende europee per l’applicazione incoerente delle normative.

La preoccupazione non riguarda solo le aziende, ma anche i governi europei, che temono di perdere produttività e competitività rispetto a Stati Uniti, Cina e India.

Reinisch ha sottolineato che il problema principale è come vengono applicate le normative. Attualmente, la mancanza di armonizzazione tra i 27 regolatori della privacy in Europa crea confusione e ostacola l’innovazione.

Ha citato il Regno Unito come esempio di un approccio più efficace, dove un regolatore indipendente ha rapidamente autorizzato l’addestramento di modelli di IA.

Sebbene l’Europa rappresenti un mercato importante per Meta, Reinisch ha chiarito che il vero problema è la perdita di opportunità per il continente. Le normative complesse rendono difficile per le aziende investire in Europa, creando un circolo vizioso in cui gli ingegneri preferiscono lavorare altrove.

Questa situazione ha già portato alcune aziende a spostare lo sviluppo dell’IA fuori dall’Europa.

Infine, Reinisch ha messo in evidenza che le regole europee sull’IA hanno un impatto diretto sulla strategia di Meta. Gli ingegneri sono una risorsa rara e spesso non considerano prioritario lavorare su progetti complessi per una regione percepita come difficile. Questo atteggiamento potrebbe compromettere ulteriormente la competitività dell’Europa nel campo dell’intelligenza artificiale.

Dello stesso parere Christian Klein, CEO di SAP, un una recente intervista al FT ha avvertito contro l’eccessiva regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI) in Europa, sottolineando che ciò potrebbe danneggiare la competitività delle aziende europee. Durante un recente intervento, Klein ha affermato che un regime normativo basato sui risultati è fondamentale per promuovere l’innovazione nel settore dell’AI.

Klein ha dichiarato che una regolamentazione severa sull’uso dei dati per lo sviluppo dell’AI metterebbe l’Europa in una posizione di svantaggio rispetto ad altre regioni come gli Stati Uniti e la Cina.

Ha evidenziato l’importanza di avere regole chiare e coerenti che incoraggino gli investimenti in AI, permettendo alle aziende di testare e implementare i loro modelli senza restrizioni eccessive.

Klein ha avvertito che la frammentazione delle normative potrebbe ostacolare il progresso tecnologico e ridurre le opportunità economiche per le aziende europee, spingendole a cercare soluzioni altrove.

Klein ha quindi esortato i responsabili politici europei a considerare attentamente le implicazioni delle loro decisioni normative sull’industria dell’AI, per garantire che l’Europa non perda terreno in un settore cruciale per il futuro economico.