Il progetto Quandoom, una versione del leggendario gioco DOOM (1997) sviluppata per computer quantistici, sta affrontando enormi ostacoli tecnici. Per funzionare, richiede ben 72.376 qubit e 80 milioni di porte quantistiche, superando di gran lunga le capacità dei più avanzati computer quantistici disponibili oggi. Attualmente, il computer quantistico più potente al mondo, creato da Atom Computing, ha solo 1.225 qubit, mostrando quanto ambizioso sia il progetto di Quandoom e quanto lontano siamo dal renderlo realtà.
Nonostante l’hardware quantistico non sia ancora all’altezza, è possibile provare una versione simulata di Quandoom su computer tradizionali. Utilizzando un simulatore in C++ di appena 150 righe di codice, il gioco può girare a 10-20 fotogrammi al secondo su un normale laptop. Tuttavia, questa simulazione richiede ben 5-6 GB di RAM, dimostrando la complessità del circuito quantistico che il gioco cerca di emulare.
Quandoom offre un’estetica visiva molto particolare, con grafica in stile “wireframe”, simile ai giochi sparatutto degli anni ’80. Non ci sono colori, musica o effetti sonori, e il gameplay è stato modificato per adattarsi ai limiti della computazione quantistica. Ad esempio, i nemici si trovano in singole stanze e il famoso attacco con palle di fuoco dell’imp è stato semplificato.
Luke Mortimer, il creatore di Quandoom, ha trascorso circa un anno a sviluppare il progetto prima di passare ad altro. Il suo lavoro ha coinvolto la scrittura di 8.000 righe di codice e l’implementazione di nuove soluzioni per far funzionare il gioco su registri quantistici. Sebbene solo il primo livello sia giocabile, Mortimer ha aperto la porta a possibili espansioni del gioco, mostrando come il futuro del gaming possa evolvere insieme ai progressi della tecnologia quantistica.
In definitiva, Quandoom non è solo un esperimento tecnologico, ma un simbolo di quanto sia avanzata e sfidante la strada verso l’era dei computer quantistici.