Il governo degli Stati Uniti ha avviato un’azione legale antitrust contro Google, concentrandosi sul business pubblicitario dell’azienda. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le email interne di Google sono state presentate come prove chiave che dimostrano come i dirigenti fossero consapevoli della loro dominanza nel mercato della pubblicità online.

Tra le prove presentate dal Dipartimento di Giustizia durante le ultime due settimane di processo, si trova un’email del 2010 inviata da Neal Mohan, CEO di YouTube, che in passato gestiva il business delle pubblicità display di Google. In quel periodo, Google affrontava una crescente concorrenza da parte di startup nel settore della tecnologia pubblicitaria. Mohan scrisse ai colleghi di Google: “Un modo per assicurarci di non rimanere ulteriormente indietro nel mercato è acquisire l’azienda con il maggior slancio e parcheggiarla da qualche parte.”

Nel 2011, Google ha acquisito la società AdMeld per 400 milioni di dollari, chiudendola due anni dopo dopo aver integrato la tecnologia della startup nel suo scambio pubblicitario, noto come AdX. I pubblici ministeri hanno sostenuto che l’affare AdMeld fosse parte di una strategia più ampia per eliminare i concorrenti e vincolare i clienti a condizioni che richiedevano loro di pagare per uno strumento software per accedere a un altro.

Mohan ha negato in aula di aver suggerito l’acquisto di AdMeld per eliminare un concorrente, affermando che l’acquisizione fosse vantaggiosa per i clienti poiché colmava una lacuna nella suite di prodotti offerti. I pubblici ministeri hanno anche interrogato ex dirigenti di Google, tra cui Jonathan Bellack e Chris LaSala, riguardo alle loro email.

Altri testimoni includevano clienti di Google, come l’ex dirigente della News Corp Stephanie Layser, che ha dichiarato di non avere altra scelta se non quella di utilizzare la piattaforma di Google poiché cambiare server pubblicitari avrebbe comportato perdite milionarie in termini di entrate pubblicitarie.

Il team legale di Google presenterà la propria difesa nella prossima settimana. La giudice distrettuale degli Stati Uniti Leonie Brinkema in Virginia deciderà il caso. Un verdetto sfavorevole per Google potrebbe comportare l’ordine di vendere parti del suo business tecnologico pubblicitario, il cui valore è stimato in oltre 100 miliardi di dollari.