Meta e altre aziende hanno lanciato un appello ai legislatori dell’Unione Europea per rivedere le normative sull’intelligenza artificiale, sostenendo che le attuali regole potrebbero ostacolare l’innovazione e la crescita economica. In una lettera aperta pubblicata, circa 50 aziende, tra cui Meta, Spotify ed Ericsson, hanno sottolineato le criticità delle normative, in particolare il GDPR e l’AI Act, che rendono difficile l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale e scoraggiano gli investimenti nel settore.
Le aziende hanno evidenziato come la mancanza di coerenza nelle normative europee crei incertezze e ostacoli all’innovazione. Questo porta a una competitività ridotta rispetto ad altre regioni del mondo.
Le regole attuali limitano severamente l’utilizzo di dati personali per addestrare modelli AI senza il consenso esplicito degli utenti. Questo crea incertezze legali per le aziende che cercano di utilizzare dati pubblici per sviluppare nuove tecnologie.
I firmatari della lettera avvertono che se non si adottano regole più chiare e meno restrittive, l’Europa rischia di perdere terreno nell’era dell’intelligenza artificiale, compromettendo i benefici economici e tecnologici che deriverebbero da modelli open source e innovazioni nel campo dell’AI.
Le aziende chiedono una maggiore armonizzazione delle normative e decisioni più coerenti che possano facilitare l’utilizzo dei dati europei per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Sottolineano che un approccio normativo più favorevole potrebbe stimolare investimenti significativi nel settore, contribuendo così a posizionare l’Europa come leader nell’innovazione tecnologica.