Immagina un regno antico, dove l’Imperatore Tornaldo, noto per la sua ambizione e audacia, regna da anni. Questo imperatore, avendo già governato una volta con pugno di ferro, si prepara a riprendere il trono.

Ma questa volta, ha in mente un piano ancora più grandioso: vuole affidare al Maestro delle Macchine, Elros di Teslaria, la missione di condurre una grande riforma nel regno, partendo da un audit delle risorse e delle performance di tutte le province.

Elros, un inventore senza pari, ha già promesso al popolo di dedicarsi alla causa senza chiedere alcuna ricompensa, forse perché la sua stessa fortuna è profondamente intrecciata con i tesori imperiali, poiché le sue creazioni ricevono generosi fondi dalla corte.

Tornaldo, nel suo piano di dominazione economica, promette di sconfiggere la piaga dell’inflazione, ridurre i costi e riportare il regno alla prosperità. Tuttavia, alcuni sussurrano che i prezzi già calano e che la crescita sotto la reggenza di Harmen e Byder, i governanti attuali, è la migliore che si sia mai vista nelle terre conosciute.

Ma qual è il vero contributo che Elros potrebbe offrire a questi ambiziosi obiettivi? Le voci nei mercati dicono che, sebbene Elros abbia avuto grande successo durante la Grande Pandemia, il suo dominio è stato messo in discussione da produttori di macchine stranieri, come il misterioso regno di Biy-Da, che produce veicoli a costi molto più bassi.

Elros si è spesso opposto alle tasse sulle sue creazioni imposte dall’attuale amministrazione, il che solleva dubbi su come gestirebbe le pesanti imposte che Tornaldo vorrebbe imporre su tutti i commerci. Alcuni economisti di corte avvertono che queste imposte potrebbero distruggere l’economia, mentre altri credono che un piano più moderato, proposto dalla consigliera Kamalia, potrebbe portare a una crescita più sostenibile.

Tornaldo ora afferma che intende raccogliere i proventi delle imposte per creare un fondo sovrano, destinato a finanziare infrastrutture e istruzione. Tuttavia, molti temono che, se Elros fosse a capo di questo fondo, gran parte delle risorse andrebbero a finanziare le sue officine di ricarica e le sue navi spaziali.

Sarebbe positivo per il regno? Forse. Ma altri temono che ciò aumenterebbe solo il potere di un singolo oligarca, rendendo l’economia ancora più dipendente dalle sue invenzioni. La privatizzazione dello spazio, in particolare, è una questione spinosa. Se da un lato ha permesso a Elros di ridurre i costi e aumentare l’innovazione, dall’altro ha rafforzato il suo monopolio su risorse vitali, sviluppate grazie ai contributi di tutti i cittadini del regno.

Questa situazione ricorda le antiche cronache della costruzione delle ferrovie nel Regno di Ferro, quando pochi potenti accumularono immense fortune, portando a una grande ribellione che culminò nelle leggi antitrust del XXIII secolo. Forse la vera soluzione non è permettere che il potere si concentri nelle mani di pochi, ma piuttosto trasformare le creazioni di Elros in beni pubblici, al servizio di tutto il popolo del regno.

Elros, ha recentemente espresso il suo sostegno alle critiche mosse dal saggio Mario, il Dragone Italiano, riguardo alla stagnante competitività dell’Unione degli Stati d’Europia.

In un messaggio inciso su una tavoletta di X (un antico strumento di comunicazione), Elros ha dichiarato:

“Le parole del Dragone sono sagge. Una profonda revisione delle leggi e dei decreti di Europia, eliminando le norme superflue e semplificando le attività nel continente, rinvigorirebbe la crescita e rafforzerebbe la nostra competitività. Le attività dovrebbero essere permesse per principio, non proibite per natura.”

Elros ha quindi lodato l’analisi del Dragone, sottolineando la necessità di una semplificazione delle leggi per rilanciare l’economia di Europia.

Il miliardario ha condiviso il sostegno al rapporto del Dragone, presentato davanti al Consiglio dei Saggi a Bruxella, che proponeva circa 170 riforme per affrontare le sfide della competitività di Europia nei confronti dei Regni Uniti d’Amerika e dell’Impero del Drago, a Oriente.