Nel contesto del G7 del Lavoro, che si sta tenendo in questi giorni a Cagliari, Stefano Scarpetta, direttore Impiego, lavoro e affari sociali dell’OCSE, ha discusso l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle imprese e sui lavoratori. Le sue osservazioni si basano su stime effettuate coinvolgendo sia gli imprenditori che i lavoratori, rivelando che, al momento, non si è verificata una sostituzione significativa di lavoratori con l’AI. Quello che si prevede, tuttavia, è un cambiamento radicale nelle mansioni lavorative, che evidenzia la necessità di investire nelle competenze dei lavoratori.
Trasformazione delle Mansioni Lavorative
Scarpetta ha evidenziato come saranno pochi i lavori che scompariranno completamente, ma saranno molti quelli che verranno trasformati in modo significativo. L’Intelligenza Artificiale generativa, in particolare, rappresenta una sfida per i lavoratori altamente qualificati, poiché è in grado di svolgere compiti non di routine e che richiedono capacità cognitive avanzate. Tuttavia, i dati mostrano che i lavoratori con alti livelli di competenza riescono ad essere complementari all’AI, beneficiando anzi della sua implementazione.
Sfide per i lavoratori a bassa qualifica
D’altro canto, i lavoratori con bassi livelli di competenza potrebbero subire una riduzione delle opportunità lavorative, della qualità del lavoro e delle remunerazioni. Questo rende urgente un investimento mirato nelle loro competenze. L’obiettivo è garantire che anche questi lavoratori possano adattarsi ai cambiamenti portati dall’AI e trarre vantaggio dalle nuove opportunità.
Linee guida OCSE sull’AI
A livello internazionale, l’OCSE ha aggiornato le proprie linee guida per l’uso efficace e affidabile dell’Intelligenza Artificiale. Questi principi generali ora necessitano di essere tradotti in politiche concrete applicabili al mercato del lavoro. Scarpetta ha riconosciuto che, pur disponendo già di un ampio quadro regolamentare per la protezione contro problemi di privacy e discriminazione, è cruciale determinare se l’Intelligenza Artificiale richieda regolamentazioni aggiuntive.
Mappatura dei rischi e aree di intervento
Il piano di azione sull’AI, in discussione durante il G7, mira a identificare le aree di rischio e a stabilire le priorità in termini di interventi e politiche. La mappatura dei rischi associati all’adozione massiccia dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro e delle imprese è essenziale per colmare eventuali lacune nei sistemi regolamentari attuali e garantire un’adozione sicura ed equa dei nuovi sistemi.
È del tutto evidente che l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende comporti delle enormi potenzialità, sia in termini di miglioramento della produttività che di supporto ai lavoratori nello svolgimento delle loro funzioni.
Tuttavia, come abbiamo già avuto modo di sottolineare nella nostra analisi sulle posizioni dei sindacati verso l’Intelligenza Artificiale, un’eccessiva regolamentazione potrebbe rallentare questo processo, impedendo di cogliere pienamente i benefici che l’AI può offrire.
È pertanto necessario trovare un equilibrio che consenta di sfruttare le opportunità dell’Intelligenza Artificiale, proteggendo al contempo i diritti dei lavoratori e promuovendo un ambiente di lavoro più produttivo e gratificante.
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