Il 10 settembre 2024, circa 60 paesi, tra cui gli Stati Uniti, hanno firmato un “blueprint for action” durante il summit REAIM (Responsible AI in the Military Domain) tenutosi a Seoul, in Corea del Sud. Questo documento stabilisce linee guida per l’uso responsabile dell’intelligenza artificiale (IA) nel contesto militare. Tuttavia, circa 30 nazioni, tra cui la Cina, non hanno sostenuto il documento, evidenziando le divisioni globali su questo tema.

Le linee guida stabiliscono che tutte le applicazioni dell’IA nel settore militare devono essere “etiche e incentrate sull’uomo”. Questo implica che:
Controllo Umano: È fondamentale mantenere un coinvolgimento umano appropriato nello sviluppo, nel dispiegamento e nell’uso dell’IA in ambito militare. Questo include misure che garantiscano il giudizio e il controllo umano sull’uso della forza.


Valutazione dei Rischi: Il documento richiede che vengano effettuate valutazioni dei rischi riguardanti l’uso dell’IA, per prevenire abusi e garantire che le tecnologie non vengano utilizzate per la proliferazione di armi di distruzione di massa, in particolare da parte di gruppi terroristici.
Sviluppo Responsabile: Il summit ha messo in evidenza la necessità di un approccio orientato all’azione, discutendo sviluppi reali come l’uso di droni abilitati all’IA da parte dell’Ucraina nel conflitto in corso con la Russia.


Il summit REAIM è il secondo del suo genere, dopo quello tenutosi a L’Aia nel 2023, dove circa 60 nazioni avevano già espresso un “invito all’azione” senza impegni legali. Il ministro della Difesa dei Paesi Bassi, Ruben Brekelmans, ha sottolineato che il focus di quest’anno era su linee guida più concrete e orientate all’azione, riconoscendo che non tutti i paesi saranno disposti a conformarsi a queste norme.

L’assenza di paesi come la Russia, esclusa dal summit a causa della sua invasione dell’Ucraina, e la decisione della Cina di non firmare il documento, evidenziano le sfide nel raggiungere un accordo globale su questioni così delicate. Brekelmans ha affermato che è necessario affrontare la realtà che non tutti i paesi parteciperanno a queste iniziative, sollevando interrogativi su come gestire le nazioni che non rispettano le norme stabilite.

Giacomo Persi Paoli, esperto dell’UNIDIR, ha avvertito che affrettarsi a stabilire regole potrebbe essere controproducente, suggerendo che il “blueprint” rappresenta un passo incrementale verso un accordo più ampio. La comunità internazionale deve lavorare insieme per sviluppare norme e politiche coerenti riguardo all’uso dell’IA in ambito militare.

Il summit di Seoul e il documento finale rappresentano un tentativo significativo di stabilire un quadro per l’uso responsabile dell’IA nel settore militare. Tuttavia, la mancanza di consenso globale e le divergenze tra le nazioni pongono sfide considerevoli. La strada verso un uso etico e responsabile dell’IA in ambito militare richiederà un impegno continuo e una cooperazione internazionale, con l’obiettivo di garantire che la tecnologia sia utilizzata per il bene comune e non per alimentare conflitti o violazioni dei diritti umani.