Giorgia Meloni ha rassicurato gli imprenditori presenti alla 50^ edizione del Forum Abrosetti sul proseguo di Industria 5.0, confermando l’intenzione del Governo di rivedere il piano di transizione energetica, senza rinunciare all’obiettivo della decarbonizzazione. É quanto emerso al termine del panel a porte chiuse con la premier in occasione del quale, Meloni ha spiegato che digitalizzazione e transizione restano temi rilevanti per il governo.

Industria 5.0 è una delle cose fatte da questo governo alle quali non sono riuscita a dare adeguata visibilità. Parliamo di 6,3 miliardi di euro che sono a disposizione delle imprese proprio per efficientare sul piano energetico e digitale il loro lavoro” il commento della premier Giorgia Meloni, una misura che va ad aggiungersi ai 6,4 miliardi di euro che erano stati investiti con Industria 4.0

Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso il piano ‘Transizione 5.0’ è “una grande opportunità” su cui “non ci sono ritardi” e le cui risorse arrivano dalla riprogrammazione del Pnrr da cui sono stati ricavati 6,3 miliardi a cui, spiega il Ministro “abbiamo associato 6,4 miliardi da Industria 4.0, per un totale di quasi 13 miliardi”.

Il risultato, continua ancora Urso, è “un ulteriore passo avanti rispetto a Industria 4.0 perché è la misura più innovativa d’Europa, che mette insieme l’innovazione digitale e la transizione green“.

Adolfo Urso è il Ministro delle Imprese e del Made in Italy dal 22 ottobre 2022

La novità, aggiunge il Ministro delle Imprese e del Made in Italy “è che oltre alle risorse per la formazione è previsto l’allargamento a tutti i settori produttivi e alle piccole industrie, con crediti fiscali che possono raggiungere quasi il 45% per il 2024/2025“. A suo dire “è il più grande impulso all’innovazione e alla competitività del nostro Paese, la risposta finora è stata straordinaria e se la nuova Commissione europea decidesse con il governo di modificare le norme del Pnrr allora si aprirebbe un altro capitolo e le risorse potrebbero salire”.

Una visione condivisa da Floriano Masoero, Presidente e AD di Siemens in Italia che, parlando a margine del Teha Forum di Cernobbio, ha dichiarato “se con industria 4.0 si puntava alla transizione digitale, con transizione 5.0 c’è l’ambizione di integrare digitalizzazione e transizione energetica“. Questo “è proprio il concetto di transizione gemella, che Siemens sta percorrendo da alcuni anni: la digitalizzazione della produzione e l’automazione portano alla progressiva ottimizzazione della catena del valore anche in chiave di utilizzo dell’energia, riducendo l’impatto ambientale delle imprese. Ciò rappresenta una bella sfida e un’opportunità per l’Italia, secondo Paese manifatturiero d’Europa“.

Ed è proprio l’energia l’altro tema di cui si è discusso a Villa Erba oltre che di sicurezza internazionale, difesa, debito, sviluppo industriale. E sull’energia la parola d’ordine del secondo giorno del Forum Ambrosetti è stata proprio il “nucleare” di ultima generazione.

Il nuovo nucleare non è soltanto una risorsa preziosa per raggiungere gli obbiettivi di transizione energetica al 2050, ma costituisce una vera e propria occasione di rilancio industriale per il Paese, contribuendo a massimizzare la competitività di tutto il sistema” sono state le parole dell’amministratore delegato di Edison, Nicola Monti, in occasione della presentazione dei  risultati dello studio realizzato con Ansaldo Nucleare e Teha Group.

Secondo i risultati dello studio, il nucleare di ultima generazione può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. Considerando anche i benefici indiretti e indotti derivanti dallo sviluppo del nuovo nucleare in Italia, investire nel nuovo nucleare può abilitare dal 2030-35 al 2050 un potenziale impatto economico complessivo per il sistema-Paese di 50,3 miliardi di euro (pari a circa il 2,5% del Pil italiano del 2023) e generare 117.000 nuovi posti di lavoro.

Lo sviluppo tecnologico del nuovo nucleare si inserisce in un contesto energetico in cui l’energia nucleare continua ad avere un ruolo cruciale e vive oggi una fase di espansione a livello mondiale, con 61 progetti di nuovi reattori in fase di costruzione. La produzione nucleare ha storicamente fornito una quota significativa dell’energia elettrica mondiale (in media 12,5% del totale negli ultimi 50 anni) e, sebbene l’Europa abbia ridotto la propria incidenza sul totale globale, l’energia nucleare resta oggi la prima fonte di generazione elettrica in Unione Europea (22% del totale).

Lo studio realizzato aggiunge Nicola Monti, “dimostra i benefici attivabili dal nuovo nucleare, un settore strategico dove l’Italia ha l’occasione di essere protagonista, se da subito viene definito un piano industriale di medio-lungo periodo per garantire un futuro energetico stabile, sicuro e competitivo per il nostro Paese. Edison ha già mosso alcuni passi concreti per essere pronta, qualora si creassero le condizioni. Siamo parte della piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, voluta dal Mase, e attraverso la sottoscrizione di molteplici intese siamo impegnati con i nostri partner a sviluppare le competenze necessarie e a individuare le soluzioni appropriate per l’adozione delle nuove tecnologie nucleari a beneficio degli obiettivi di decarbonizzazione e di sostenibilità economica e sociale per il sistema-Paese“.

In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nucleare di ultima generazione, secondo quanto emerge dallo studio di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group, si propone come una soluzione chiave e complementare con le rinnovabili per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese.

Nello sviluppo del nuovo nucleare, l’Italia può contare su competenze lungo quasi tutta la supply chain e su un sistema della ricerca all’avanguardia, con 70 aziende italiane specializzate nel settore dell’energia nucleare che confermano una forte resilienza di questo comparto a tre decenni dall’abbandono della produzione elettrica da nucleare in Italia che potrebbe essere rivista.

Sul tema infatti, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto a Cernobbio, ribadisce il messaggio del governo: “entro fine anno il professor Giovanni Guzzetta, alla guida del gruppo legislativo che definirà il quadro giuridico del possibile ritorno del nucleare in Italia, consegnerà il quadro complessivo, con un’analisi di ciò che bisogna introdurre come norma primaria e come regolamenti e che dovrà trasformarsi in un disegno di legge”. Anche se, sui tempi, rimanda poi al Parlamento, limitandosi ad auspicare che “nel corso del 2025 si possa chiudere il processo di valutazione normativa“.

Il nuovo quadro giuridico è necessario perché, per quanto attiene al nucleare, non parliamo più delle tecnologie messe in discussione dai referendum, ovvero quelle della seconda generazione, bensì della quarta generazione, come gli Small Modular Reactor, piccoli reattori nucleari da 100 a 450 megawatt che saranno disponibili nella prima metà del prossimo decennio.

Gilberto Pichetto Fratin è il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dal 22 ottobre 2022  

Sull’alea del referendum il Ministro risponde cosi ai cronisti: “Non faccio il mago. Il rischio c’è. O possiamo trovare equilibri e una capacità di produrre energia in modo competitivo o il nostro sistema Paese non regge la competizione con altri Stati“.

Secondo i dati presentati a Cernobbio, installando fino a 20 impianti Small Modular Reactor (SMR)/Advanced Modular Reactor (AMR) si potrebbe arrivare a soddisfare circa il 10% della domanda elettrica al 2050.

Fra le evidenze dello studio, emerge inoltre che il nuovo nucleare – basato su reattori con potenza tra 100MW e 450MW – può produrre energia decarbonizzata, programmabile e modulabile, in modo complementare alle fonti rinnovabili intermittenti.

In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nuovo nucleare si propone come soluzione chiave, in modo complementare alle rinnovabili, per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese. Queste in sintesi le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio, a proposito delle quali Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, ha commentato che “per l’Italia si riapre una nuova riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano, integrando le energie rinnovabili e assicurando la continuità e la sicurezza della fornitura elettrica“.

A tale proposito occorre anche ricordare che, in un contesto di forte competizione internazionale, l’Europa sta favorendo misure concrete per promuovere lo sviluppo del nuovo nucleare, che è stato inserito tra le tecnologie chiave per la transizione nel Net Zero Industry Act.

Un player nazionale del nucleare

il nostro obiettivo è arrivare alla decarbonizzazione. Questo è un dovere e un obbligo. E la decarbonizzazione è una occasione per il Paese. La crisi energetica dovuta alla guerra della Russia in Ucraina ha fatto emergere che non avevamo un mix energetico adeguato. Il quadro attuale sul fronte dell’energia è che abbiamo un terzo della produzione che arriva da fonti rinnovabili e due terzi dal fossile. Abbiamo ancora il carbone, per il quale c’è l’impegno a eliminarlo. Le rinnovabili non continuative non sono una soluzione” continua Gilberto Pichetto Fratin, nel corso del Forum Teha di Cernobbio, che dichiara di aver “attivato la piattaforma per le valutazioni che ci consentono di creare le condizioni per ripartire con il nucleare. A livello industriale abbiamo costruttori e gestori delle ultime centrali europee. Siamo un Paese che ha esperienza e conoscenza, e credo che ci siano le condizioni per avere un player nazionale del nucleare, naturalmente aperto. Questa è la sfida che ci attende per il futuro”, a cui fa eco il ministro del Made Italy e imprese Adolfo Urso che, a margine del forum Teha a Cernobbio, ha dichiarato che il governo sta “lavorando ad una Newco italiana con partner tecnologici stranieri, che consenta a breve, intendo cioeè dare l’annuncio nei prossimi mesi, di produrre in Italia reattori nucleari di terza generazione“.


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