Il 27 agosto 2024 rappresenta una data significativa per l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nella diagnosi del cancro ai polmoni e in altre applicazioni mediche. Diverse università e istituzioni di ricerca stanno facendo progressi notevoli in questo settore, sviluppando tecnologie innovative che promettono di trasformare le pratiche diagnostiche e terapeutiche.
L’Università di Colonia ha recentemente presentato una piattaforma di patologia digitale basata su IA, progettata per l’analisi automatizzata dei tessuti cancerosi.
Questa tecnologia utilizza algoritmi avanzati per digitalizzare e analizzare le sezioni di tessuto prelevate da pazienti affetti da cancro ai polmoni. L’implementazione di questa piattaforma mira a migliorare la velocità e l’accuratezza delle diagnosi, consentendo ai patologi di estrarre informazioni più dettagliate dai campioni rispetto ai metodi tradizionali. I ricercatori stanno collaborando con istituti in Germania, Austria e Giappone per validare l’applicazione globale di questa tecnologia.
Grazie a un accordo tra la Regione, la fondazione catalana Eurecat e l’Irccs Policlinico Sant’Orsola, al via da giugno a Bologna la sperimentazione del programma “Deep Lung”.
Parallelamente, è stato sviluppato il software “Deep Lung“, frutto della collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Eurecat. Questo strumento è progettato per monitorare noduli polmonari sospetti attraverso scansioni TAC, migliorando l’efficacia della diagnosi precoce del cancro al polmone. Il progetto prevede l’implementazione di un servizio gratuito per le strutture sanitarie pubbliche, con l’obiettivo di rendere la diagnosi più tempestiva e accurata.
In un altro ambito, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno lanciato MedGraphRAG, un progetto innovativo volto a migliorare l’uso dell’IA nelle pratiche mediche.
Questo strumento automatizza la valutazione della qualità in patologia, contribuendo a un miglioramento generale delle pratiche diagnostiche. MedGraphRAG utilizza un approccio basato su grafi per migliorare l’affidabilità e la sicurezza nella gestione dei dati medici, consentendo di generare risposte basate su evidenze e migliorando la qualità delle diagnosi.
BOSTON – Un’intelligenza artificiale sviluppata da un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati della Boston University, è in grado di identificare con una precisione di circa l’80% le persone a rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer entro sei anni, semplicemente analizzando la loro voce.
L’algoritmo è stato creato da ricercatori della Divisione di ingegneria dei sistemi e del Dipartimento di ingegneria biomedica dell’università, in collaborazione con il Framingham Heart Study e il Dipartimento di medicina. Il professor Ioannis Paschalidis ha coordinato il progetto, costruendo su una precedente ricerca del 2022 che dimostrava la capacità dell’IA di rilevare il declino cognitivo attraverso l’analisi delle registrazioni vocali.
Per sviluppare il nuovo modello predittivo, i ricercatori hanno utilizzato i dati del Framingham Heart Study, un’indagine a lungo termine sulla salute cardiovascolare che include registrazioni vocali di pazienti con segni di deterioramento cognitivo. Hanno analizzato oltre 160 colloqui di persone tra i 63 e i 97 anni, di cui 76 con lieve deterioramento cognitivo stabile e 90 che hanno sviluppato l’Alzheimer. L’IA ha esaminato dati sociodemografici, diagnosi e le caratteristiche vocali dei partecipanti, riuscendo a stabilire una correlazione tra l’espressione verbale e il peggioramento del declino cognitivo.
Nella fase successiva dello studio, i ricercatori hanno testato il modello con le rimanenti registrazioni vocali per predire chi avrebbe sviluppato Alzheimer nei sei anni successivi. Il modello ha raggiunto un’accuratezza del 78,5% e una sensibilità dell’81,1% nel prevedere la progressione da lieve deterioramento cognitivo a Alzheimer.
Il professor Paschalidis ha dichiarato che la capacità di prevedere l’evoluzione della malattia offre opportunità per interventi tempestivi, consentendo l’uso di farmaci per mantenere la stabilità della condizione e prevenire forme più gravi di demenza. È interessante notare che le registrazioni vocali utilizzate erano di bassa qualità, suggerendo che registrazioni migliori potrebbero migliorare ulteriormente l’accuratezza dell’algoritmo.
Inoltre, l’analisi vocale rappresenta un metodo più rapido e meno costoso rispetto ai test diagnostici tradizionali, il che potrebbe facilitare l’accesso a screening per un numero maggiore di persone. Gli autori dello studio stanno considerando lo sviluppo di un’app per smartphone in grado di rilevare i segni della demenza attraverso conversazioni quotidiane, aumentando così la possibilità di identificare precocemente le persone a rischio e indirizzarle verso trattamenti preventivi.
Queste innovazioni rappresentano un passo avanti significativo nell’integrazione dell’IA nella medicina, promettendo di migliorare non solo la diagnosi ma anche il trattamento personalizzato per i pazienti affetti da cancro ai polmoni e altre malattie.