Recentemente ho ascoltato un’interessante intervista di Stefano Feltri sul suo nuovo libro e ho voluto approfondire. Mi ha colpito una frase: parliamo sempre delle stesse cose e non ci accorgiamo del mondo che cambia intorno a noi finché non è già troppo tardi… e spesso ci sentiamo il centro del mondo. Nuovi scenari geopolitici coinvolgono USA, Russia, Cina, e anche l’India che segue la sua strada, dimostrandosi capace di essere all’avanguardia su progetti colossali grazie alla sua popolazione. Questo mi ha fatto riflettere: l’India non è ancora scesa in campo completamente, ma con i milioni di talenti che possiede, ha il potenziale di trasformare significativamente l’economia e la struttura industriale del paese.
L’India sta cercando di posizionarsi come un attore chiave nella catena del valore globale, specialmente in un contesto di de-risking che ha portato molte multinazionali a diversificare le loro linee di produzione al di fuori della Cina. Grazie alla sua abbondante manodopera e alla crescente domanda interna, l’India è vista come una delle principali vincitrici di questa evoluzione, con il governo che deve continuare a investire in settori chiave per attrarre investimenti.
A differenza di approcci più rigorosi come quello dell’Unione Europea, l’India sta adottando una strategia che privilegia l’innovazione rispetto alla regolamentazione severa. Il governo ha emesso documenti consultivi per responsabilizzare le piattaforme di IA, cercando di promuovere l’innovazione mentre si affrontano le preoccupazioni etiche e di privacy. Questo approccio potrebbe facilitare la crescita di start-up e tecnologie emergenti, rendendo l’India un hub per l’innovazione tecnologica.
La trasformazione digitale in India è un processo complesso e multifacetico, che si articola attraverso diverse iniziative e tecnologie, con l’obiettivo di modernizzare l’economia e migliorare la vita dei cittadini.
L’ecosistema dell’AI in India è in espansione, sostenuto da investimenti significativi sia da parte di startup che di grandi aziende tecnologiche. Con il supporto del governo e l’interesse crescente da parte di investitori, l’India si sta posizionando come un attore chiave nel panorama globale dell’intelligenza artificiale.
Progetti d’eccellenza: India Stack e Identità Digitale
La polazione indiana dovrebbe raggiungere il picco nei primi anni ’60 del 2000 con circa 1,7 miliardi di persone, per poi diminuire del 12% entro la fine del secolo, oggo ne conta 1.4 miliardi. Una complessita’ inimagginabile.
Uno dei pilastri fondamentali di questa trasformazione è rappresentato dall’India Stack, un ecosistema di API (Application Programming Interface) che facilita la creazione di servizi digitali. Questo sistema include l’Aadhaar, un programma di identità biometrica che ha registrato oltre un miliardo di utenti.
L’Aadhaar non è solo un mezzo di identificazione, ma è integrato in vari servizi governativi e commerciali, permettendo l’accesso a servizi essenziali come la sanità, l’istruzione e i trasferimenti di denaro.
L’India Stack è composto da tre strati principali: identità digitale, pagamenti cashless e gestione dei dati. Questa architettura ha reso possibile il trasferimento di denaro in tempo reale attraverso l’Unified Payments Interface (UPI), che ha rivoluzionato il settore dei pagamenti digitali, consentendo transazioni rapide e sicure tra utenti e commercianti.
UPI (Unified Payments Interface) è un sistema che consente il trasferimento immediato di fondi tra conti bancari utilizzando un cellulare per la registrazione presso la banca. Le capacità avanzate di UPI hanno portato alcuni a credere che potrebbe sostituire il sistema SWIFT. Al momento della sua creazione, poche persone in India possedevano un conto bancario. La semplicità di UPI, che richiede un conto bancario a differenza dei servizi di mobile money come il keniano M-Pesa, ha incentivato molte persone, inclusi i commercianti al dettaglio, ad aprire conti bancari, generando un circolo virtuoso.
Impatto Economico e Culturale
La trasformazione digitale ha avuto un impatto significativo sull’economia indiana. Con l’iniziativa Digital India, il governo ha promosso la crescita di startup e innovazione, con 42 di esse valutate oltre un miliardo di dollari nel 2021.
Questo ha posizionato l’India come un hub globale per l’innovazione, secondo il Global Innovation Index, dove si è classificata 46° tra le economie in via di sviluppo.Inoltre, il mercato dei servizi cloud sta crescendo rapidamente, con investimenti significativi per sviluppare infrastrutture pubbliche e private che supportano l’ecosistema digitale. Le aziende come Amazon e Flipkart hanno ampliato l’accesso ai servizi online, contribuendo a una maggiore inclusione economica.
Con l’aumento della digitalizzazione, la questione della protezione dei dati è diventata cruciale. Il Digital Personal Data Protection Act, proposto nel 2022, mira a stabilire diritti chiari per i cittadini riguardo alla raccolta e al trattamento dei dati personali. Questo disegno di legge si inserisce in un contesto più ampio di riconoscimento del diritto alla privacy come fondamentale, come stabilito dalla Corte Suprema indiana nel 2017.
Negli ultimi anni, l’India ha visto un notevole aumento degli investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), sostenuto da un ecosistema in rapida crescita e dall’interesse crescente da parte di investitori e aziende tecnologiche.
Recentemente, l’India ha accolto il suo primo unicorno dell’AI, Krutrim AI, che ha raccolto 50 milioni di dollari per sviluppare una piattaforma di AI computing. Krutrim è diventata la startup di AI a raggiungere un valore di 1 miliardo di dollari più rapidamente rispetto a qualsiasi altra startup indiana, grazie alla sua innovativa offerta di modelli di linguaggio addestrati su diverse lingue indiane. Altre startup emergenti, come RagaAI, hanno anche ottenuto finanziamenti significativi, contribuendo a un ecosistema che conta attualmente circa 100 startup di AI generativa.
Il governo indiano ha approvato un’iniziativa chiamata India Artificial Intelligence Mission, con un investimento di circa 1,2 miliardi di dollari (10.372 crore di Rs) per promuovere lo sviluppo dell’AI nel paese. Inoltre, Microsoft ha annunciato un piano per formare 2 milioni di persone in India nell’ambito dell’AI, mirato a preparare la forza lavoro per le opportunità emergenti in questo settore.
L’India è vista come un mercato promettente per gli investimenti diretti esteri, con previsioni di attrarre 100 miliardi di dollari da paesi come Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein nei prossimi 15 anni. Questo accordo commerciale include incentivi per investimenti in settori strategici, compresi quelli legati all’AI.
L’IA ha il potenziale di rivoluzionare vari settori, dall’industria manifatturiera all’automotive, dove l’India è già uno dei principali utilizzatori di robot. Il governo sta investendo in iniziative come il “Production Linked Incentive” (PLI) per aumentare la competitività e attrarre investimenti, contribuendo così a una crescita sostenibile del settore industriale.tà
Nonostante le opportunità, ci sono anche sfide significative. L’adozione dell’IA solleva preoccupazioni riguardo all’impatto sul lavoro e sulla sostenibilità. Le tecnologie basate sull’IA potrebbero sostituire posti di lavoro tradizionali, creando una necessità urgente di riqualificazione della forza lavoro. Inoltre, il governo deve affrontare questioni legate all’etica e alla privacy, garantendo che l’innovazione non comprometta i diritti dei cittadini.
Se l’India scende in campo con l’IA nel suo piano industriale, potrebbe non solo rafforzare la sua posizione nell’economia globale, ma anche affrontare sfide significative legate all’occupazione e all’etica. L’approccio del governo, che bilancia innovazione e responsabilità, sarà cruciale per il successo di questa transizione.