Gli investitori e i legislatori sono preoccupati da anni per l’impatto che un attacco a Taiwan da parte della Repubblica Popolare Cinese potrebbe avere sul settore dei semiconduttori.
Attualmente, Taiwan rappresenta circa il 92% della capacità di produzione mondiale di chip avanzati, come quelli utilizzati per l’intelligenza artificiale, secondo un rapporto della Commissione commerciale internazionale degli Stati Uniti pubblicato a novembre.
La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è il principale attore in questo settore, producendo chip per giganti tecnologici come NVIDIA, AMD e Apple.
Intel
Intel è considerata una delle aziende meglio posizionate per affrontare un’eventuale crisi. Sta infatti costruendo capacità produttiva negli Stati Uniti e tra gli alleati, fornendo ai clienti una diversificazione critica rispetto alla capacità basata a Taiwan di TSMC. Insieme al CHIPS Act, questo dovrebbe potenziare le capacità di Intel di competere più aggressivamente per conquistare quote di mercato contro TSMC se le tensioni geopolitiche peggiorassero.
ASML
ASML potrebbe essere tra le società più avvantaggiate in caso di attacco a Taiwan. Le catene di approvvigionamento e la capacità produttiva dovrebbero essere ricostruite negli USA, in Europa, India ecc., e le macchine EUV di ASML sarebbero necessarie per questo. ASML potrebbe quindi rappresentare una copertura di portafoglio contro un potenziale attacco a Taiwan.
Nvidia, AMD, Apple
Queste aziende, che producono chip avanzati per AI, mobile computing e altri settori, dipendono fortemente da TSMC per la produzione. Un’interruzione della fornitura da Taiwan rappresenterebbe un grave rischio per loro.
Intel e ASML sembrano le più preparate ad affrontare una crisi, mentre le fabless come Nvidia, AMD e Apple che si affidano a TSMC sarebbero molto esposte. Tuttavia, un attacco a Taiwan potrebbe generare una volatilità senza precedenti che destabilizzerebbe l’intero settore e mercato dato che TSMC produce circa il 90% dei chip mondiali, specialmente quelli avanzati.
L’esercito di Pechino continua le manovre militari. Il ministro Wu: “l’obiettivo è alterare gli equilibri nella regione“.
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