Meta Platforms, la società madre di Facebook e Instagram, è stata accusata dalle autorità antitrust dell’Unione Europea di violare il Digital Markets Act (DMA). Secondo fonti come Reuters, AP e NBC News, le accuse riguardano il modello pubblicitario “paga o acconsenti” di Meta, che costringe gli utenti a consentire il tracciamento dei dati per un servizio gratuito con pubblicità o a pagare per un’esperienza senza pubblicità.

I risultati preliminari della Commissione Europea indicano che il modello “paga o acconsenti” di Meta viola il DMA. Questo modello obbliga gli utenti a scegliere tra acconsentire al monitoraggio dei dati per un servizio gratuito con pubblicità o pagare per un’esperienza senza pubblicità, cosa che la Commissione considera coercitiva e non conforme ai requisiti del DMA per una concorrenza leale e il controllo dei dati degli utenti. Inoltre, la Commissione ha criticato Meta per non aver offerto un servizio alternativo meno personalizzato ma comunque comparabile alle sue piattaforme di social media.

Se ritenuta colpevole di violare il DMA, Meta potrebbe dover pagare multe pari al 10% dei suoi ricavi annuali globali, potenzialmente raggiungendo miliardi di euro. La Commissione europea intende concludere l’indagine entro marzo 2025, dando a Meta il tempo di rispondere alle accuse e di avviare discussioni per risolvere la questione.

Meta ha difeso il suo modello pubblicitario, affermando che è conforme a una precedente sentenza della corte europea e al DMA. La società ha mostrato la volontà di impegnarsi in discussioni costruttive con la Commissione europea per risolvere l’indagine ed evitare potenziali multe. Meta sostiene che l’opzione di abbonamento per i servizi senza pubblicità è in linea con la direzione della corte in Europa e rimane aperta a ulteriori dialoghi per concludere l’indagine.

L’azione dell’Unione Europea contro Meta fa parte di una spinta normativa più ampia per limitare il potere delle principali aziende tecnologiche e garantire una concorrenza leale nei mercati digitali. Questa iniziativa, incorporata nel DMA, ha visto accuse simili anche contro Apple per aver ostacolato gli sviluppatori di app e Microsoft per aver raggruppato l’app Teams con il software Office. Il DMA mira a dare potere agli utenti controllando i propri dati e a livellare il campo di gioco per le aziende innovative che competono con i giganti della tecnologia.