Al via oggi a Borgo Egnazia la seconda e ultima giornata di lavori del G7 dei leader, che ha visto poco fa Papa Francesco nella veste di “keynote speaker”‘ nell’ultima sessione del summit, dedicata all’Intelligenza Artificiale.
Un evento annunciato e atteso – per la prima volta in assoluto un Pontefice partecipa ai lavori del G7 – anche per l’attenzione che il Santo Padre e il Vaticano hanno dedicato al tema da qualche anno, a partire dalla firma a Roma, nel 2020, della Rome Call for AI Ethics e, più in generale, per tutti gli interventi volti a rimarcare la necessità di una moderazione etica degli algoritmi e dei programmi di Intelligenza Artificiale che poi è stata definita con la parola “algoretica”.
L’Intelligenza Artificiale è “uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso” afferma Papa Francesco, “i benefici o i danni che essa porterà dipenderanno dal suo impiego” che sottolinea come “solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di ‘coltivare e custodire’ il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia” conclude, “è parlare di cosa significhi ‘essere umani’ e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica“, rimarcando, sotto questo punto di vista come “non si può scartare una cosa dall’altra“.
Intelligenza Artificiale: entusiasmo per i vantaggi e consapevolezza dei rischi
Il tema dell’Intelligenza Artificiale continua, è “spesso percepito come ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire. A questo proposito si può dire che tutti noi siamo, anche se in misura diversa, attraversati da due emozioni: siamo entusiasti, quando immaginiamo i progressi che dall’intelligenza artificiale possono derivare, ma, al tempo stesso, siamo impauriti quando constatiamo i pericoli inerenti al suo uso“.
Si esprime così Papa Francesco nel suo discorso al G7 a Borgo Egnazia, in occasione del quale ha rimarcato come l’avvento dell’Intelligenza Artificiale “contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali. Ad esempio, l’Intelligenza Artificiale potrebbe permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti; ma, al tempo stesso, essa potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo così in pericolo la possibilità di una cultura dell’incontro a vantaggio di una cultura dello scarto. È questo il pericolo“.
La decisione finale sia sempre in mano all’essere umano
“Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita” continua il Pontefice, aggiungendo che “condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine. Abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di Intelligenza Artificiale: ne va della stessa dignità umana“.
Non si perda di vista il valore della persona
Secondo Bergoglio sembra che si stia perdendo di vista il valore profondo della persona umana. “In questa stagione in cui i programmi di Intelligenza Artificiale interrogano l’essere umano e il suo agire, proprio la debolezza dell’ethos connesso alla percezione del valore e della dignità della persona umana rischia di essere il più grande vulnus” avvisa Papa Francesco, “nell’implementazione e nello sviluppo di questi sistemi. Non dobbiamo dimenticare infatti che nessuna innovazione è neutrale. La tecnologia nasce per uno scopo e, nel suo impatto con la società umana, rappresenta sempre una forma di ordine nelle relazioni sociali e una disposizione di potere, che abilita qualcuno a compiere azioni e impedisce ad altri di compierne altre“. Proprio per questo, secondo il Pontefice, gli strumenti come l’Intelligenza Artificiale, debbono “essere sempre ordinati al bene di ogni essere umano. Devono avere un’ispirazione etica“.
Il rapporto tra libertà e responsabilità
Il Papa, ha poi sottolineato il rapporto tra libertà e responsabilità portando un esempio. “Quando i nostri antenati, infatti, affilarono delle pietre di selce per costruire dei coltelli, li usarono sia per tagliare il pellame per i vestiti sia per uccidersi gli uni gli altri. Lo stesso si potrebbe dire” afferma Papa Francesco “di altre tecnologie molto più avanzate, quali l’energia prodotta dalla fusione degli atomi come avviene sul Sole, che potrebbe essere utilizzata certamente per produrre energia pulita e rinnovabile ma anche per ridurre il nostro pianeta in un cumulo di cenere“.
Il Papa avverte che l’Intelligenza Artificiale “è uno strumento ancora più complesso. Direi quasi che si tratta di uno strumento sui generis. Così, mentre l’uso di un utensile semplice (come il coltello) è sotto il controllo dell’essere umano che lo utilizza e solo da quest’ultimo dipende un suo buon uso, l’Intelligenza Artificiale, invece, può adattarsi autonomamente al compito che le viene assegnato e, se progettata con questa modalità, operare scelte indipendenti dall’essere umano per raggiungere l’obiettivo prefissato“.
La politica crei condizioni per fare buon uso dell’AI
“Questa mia riflessione sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’umanità” conclude Papa Francesco nel suo intervento al G7 a Borgo Egnazia “ci conduce così alla considerazione dell’importanza della sana politica per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire“. Solo una politica sana, in grado di guidare la trasformazione tecnologica in atto e di coinvolgere diversi settori della società, dei saperi e della cultura, “può ‘aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo‘”. Questo, conclude Papa Francesco “è il caso dell’Intelligenza Artificiale. Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso“.
Clicca qui per leggere il discorso integrale del discorso di Papa Francesco al G7 sull’Intelligenza Artificiale.
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