Tiziana Catarci si è laureata in Ingegneria Elettronica nel febbraio 1987 presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, dove ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Informatica nell’ottobre 1992. Dal novembre 2000 è professoressa ordinaria di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni (ING-INF/05). Afferisce al Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti (DIAG, in precedenza Dipartimento di Informatica e Sistemistica), presso la Facoltà di Ingegneria Informatica, Informatica e Statistica della Sapienza Università di Roma, di cui è direttrice dal 2018.
Intervistare una donna che ha eccelso nel suo settore offre un modello positivo non solo per altre donne e uomini, ma anche per ragazze e ragazzi. La rappresentazione è fondamentale per ispirare le nuove generazioni a perseguire i propri sogni e ambizioni. Vedendo una persona simile a loro che ha raggiunto il successo, possono sentirsi più motivate e capaci di fare lo stesso.
Incontrare figure come la Prof.ssa Tiziana Catarci può avere un impatto significativo. Queste donne non solo hanno raggiunto grandi traguardi nei loro rispettivi campi, ma hanno anche influenzato positivamente la società attraverso le loro azioni e parole.
Avere l’oppurtunita’ di conversare con donne di successo è cruciale per molte ragioni: fornisce rappresentazione, ispira nuove generazioni, promuove la diversità, sfata stereotipi di genere e contribuisce alla parità di genere.
Queste storie sono potenti strumenti di cambiamento sociale e culturale, in grado di influenzare positivamente la società a vari livelli.
Redazione Rivista.Ai
Intervistatore: Grazie per aver accettato questa intervista. Può raccontarci il suo percorso e come è arrivata a specializzarsi?
Prof.ssa Tiziana Catarci: Certo, sono attualmente docente di ingegneria informatica e direttrice del Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale Antonio Ruberti della Sapienza.
Il mio percorso è iniziato molto presto. Da bambina ero appassionata di matematica e della risoluzione dei problemi.
Crescendo, mi sono avvicinata alle facoltà scientifiche. Ho frequentato il liceo scientifico, anche se questo non significa molto, perché molti studenti eccellenti provengono dal liceo classico.
Successivamente, mi sono iscritta a ingegneria elettronica, poiché allora non esisteva ingegneria informatica.
Intervistatore: Come ha scoperto l’ingegneria informatica?
Prof.ssa Tiziana Catarci: Durante i miei studi, ho incontrato i primi esami di informatica e ho capito che l’ingegneria informatica mi permetteva di coniugare il modellare problemi con un approccio algoritmico. È stata una scoperta entusiasmante e sono stata fortunata a poter fare nella vita il lavoro che desideravo.
Intervistatore: Quali sono stati i suoi primi passi nella carriera accademica?
Prof.ssa Tiziana Catarci: Ho conseguito uno dei primi dottorati in informatica e da lì ho iniziato la mia carriera universitaria.
All’inizio, mi sono dedicata molto agli aspetti algoritmici. Successivamente, ho scoperto le basi di dati e la Human Computer Interaction (HCI) durante un soggiorno negli Stati Uniti, al Georgia Tech.
Sono stata tra i primi in Italia a insegnare e inserire un corso di HCI nel nostro percorso di laurea. Mi sono sempre occupata di basi di dati e HCI, e dell’interazione tra i due.
Oggi, settori come la user experience (UX), la realtà virtuale e il Metaverso sono estremamente popolari, ma un tempo queste aree erano poco conosciute.
Durante il mio periodo al Georgia Tech, lì erano già molto avanti e c’erano team multidisciplinari che mi hanno appassionato molto.
Tornata in Italia, sono stata tra i primi a introdurre un corso di interaction design nel nostro percorso di laurea. Ho lavorato spesso, e direi per gran parte della mia carriera, su entrambi questi settori: database e human-computer interaction, esplorando l’interazione tra i due.
Ad un certo punto, partendo dai dati, ho iniziato a interessarmi all’uso dei dati e al loro impatto sulla società, e successivamente all’intelligenza artificiale. Tuttavia, più degli aspetti puramente tecnici, mi occupo di etica e intelligenza artificiale.
Intervistatore: Quindi come e’ nato l’interesse per l’intelligenza artificiale?
Prof.ssa Tiziana Catarci: A partire dalle basi di dati, ho iniziato a interessarmi all’uso dei dati e al loro impatto sulla società, e quindi all’intelligenza artificiale (IA).
Attualmente mi occupo più di etica e IA che degli aspetti tecnici.
Sono uno dei fondatori della Società Italiana per l’Etica e l’Intelligenza Artificiale (SipEIA), che è multidisciplinare e include giuristi, filosofi, ingegneri informatici, e psicologi.
L’intelligenza artificiale e il suo impatto attuale sulle nostre vite trascendono il semplice problema tecnico.
Ha un impatto sociale, economico, ambientale e quindi va trattata in tutte le sfaccettature e devo dire, in questo momento della mia vita mi interessano di più le sfaccettature verso la società che non il singolo dettaglio tecnico.
Intervistatore: Ho notato che lei è molto attiva nella divulgazione della promozione della presenza femminile in ambito tecnologico. Volevo sapere se ci poteva raccontare qualcosa su questo impegno.
Prof.ssa Tiziana Catarci: Certamente. Quando ero studentessa, eravamo solo tre donne su trecento studenti. Oggi le donne sono ancora poche, magari quaranta su trecento.
Questa è una disparità incredibile, tanto che una semplice interpolazione lineare suggerisce che, se la crescita continua così, raggiungeremo la parità solo nel 2082. È evidente che questo non è accettabile, e sembra un’epoca troppo lontana.
Nel frattempo, la percentuale femminile cresce lentamente, sia in aula sia nelle lauree, dove dominano i maschi. Anche nel mio gruppo di ricerca, la maggioranza è costituita da uomini.
Viviamo in un’epoca in cui il digitale e l’intelligenza artificiale sono tecnologie rivoluzionarie, trasformando la società come fece la rivoluzione industriale o l’invenzione della stampa.
Questi cambiamenti stanno ridefinendo sia l’economia che la distribuzione del potere, creando nuovi equilibri tra nazioni e tra privati.
Siamo di fronte a una grande opportunità: utilizzare queste tecnologie per costruire un mondo migliore, affrontando problemi come la pace, la fame, le malattie e il degrado ambientale.
Tuttavia, esistono disparità significative tra coloro che guidano questa trasformazione, con la disparità di genere tra le più evidenti. Nei settori digitali, le donne sono una minoranza, soprattutto nei paesi sviluppati.
Intervistatore: Può fare un esempio di come la mancanza di diversità influisce sugli algoritmi?
La rivoluzione digitale è principalmente disegnata da uomini, in particolare uomini bianchi. Questa mancanza di diversità può perpetuare pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale, che vengono addestrati su dati disponibili e spesso riflettono bias di genere, etnia e classe sociale.
Questo problema riguarda anche le decisioni su mutui e credito, ad esempio, la possibilità di ottenere una casa di proprietà è stata spesso influenzata da razza, etnia e altri pregiudizi, sia con che senza processi decisionali automatizzati.
Anche in Europa, dove ci sono stati miglioramenti, recenti studi mostrano che la riduzione della disuguaglianza razziale nei mutui è lenta, sbilanciata e fragile.
Per evitare di creare un mondo meno equo, è essenziale risolvere queste disparità. La presenza di donne nei team di progettazione è cruciale per diversificare le visioni e ridurre i pregiudizi inconsci che possono influenzare algoritmi e analisi dei dati.
La mancanza di donne non è solo un problema per loro, ma anche per i paesi che non trovano abbastanza persone con competenze digitali, e per l’umanità, rischiando di peggiorare la società digitale.
E’ fondamentale aumentare la partecipazione femminile nel settore digitale per garantire una società più equa e prospera, sfruttando appieno le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti.
Intervistatore: Qual è il suo messaggio alle giovani donne che vogliono entrare nel campo tecnologico?
Prof.ssa Tiziana Catarci: Non devono essere intimidite. Le opportunità nel settore tecnologico sono enormi e molto remunerative.
La presenza femminile non solo migliora le possibilità delle donne stesse, ma anche la qualità e l’equità della società digitale che stiamo costruendo. Abbiamo bisogno di tutti i talenti disponibili per affrontare le grandi sfide globali come la pace, la fame, la salute e l’ambiente.
Intervistatore: Grazie per il suo tempo e per le preziose informazioni che ci ha fornito.
Prof.ssa Tiziana Catarci: Grazie a voi. È stato un piacere condividere il mio percorso e le mie riflessioni.
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