Il colosso tecnologico giapponese SoftBank ha ceduto le quote di imprese quotate in borsa appartenenti al suo Vision Fund, orientandosi maggiormente verso il settore dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale, secondo quanto riportato da Bloomberg.

Il Vision Fund, che ha rappresentato il fondo di venture capital più grande al mondo, ha dismesso le proprie partecipazioni in aziende quali DoorDash, Coupang e Grab Holdings, come evidenziato dai documenti normativi citati dal notiziario.

Nell’ultimo anno, SoftBank ha inoltre rilevato una quota di Arm Holdings direttamente dal Vision Fund. Attualmente, SoftBank detiene ancora la maggioranza dell’entità britannica specializzata nella progettazione di chip, nonostante la quotazione di Arm alla Borsa di New York avvenuta nel settembre scorso. Di recente, Arm ha presentato i risultati finanziari del trimestre e ha diffuso previsioni per l’anno fiscale 2025 che non hanno soddisfatto alcune delle aspettative di Wall Street.

Le vendite coincidono con il desiderio del fondatore di SoftBank Masayoshi Son di spingersi ulteriormente nell’intelligenza artificiale e nell’hardware correlato, ha riferito il notiziario, menzionando fonti vicine al suo pensiero.

Le cessioni sono state gestite dal team di mercato dei capitali azionari dell’azienda, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sul mercato. Son è rinomato per le sue scommesse e decisioni audaci.

Un esempio eclatante è stata la sua previsione di ottobre, quando ha sostenuto che l’intelligenza artificiale generale supererà l’intelligenza collettiva umana entro i prossimi dieci anni.

“Sarebbe erroneo pensare che l’intelligenza artificiale non possa eccellere rispetto agli esseri umani, poiché è stata creata da essi”

SON

Ha enfatizzato che l’intelligenza artificiale, attualmente, è capace di auto-apprendimento, auto-allenamento e auto-inferenza, proprio come gli esseri umani.

Son ha anche evidenziato i notevoli progressi avvenuti nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa. È emerso che Son è interessato a investire in un progetto congiunto tra Sam Altman, CEO di OpenAI, e Sir Jony Ive, ex chief design officer di Apple, per sviluppare quello che potrebbe essere definito “l’iPhone dell’intelligenza artificiale”.