Il gruppo di ricerca di Stanford sta sviluppando una tecnologia di imaging olografico assistito dall’intelligenza artificiale che promette di essere più sottile, leggera e di qualità superiore rispetto a qualsiasi cosa i ricercatori abbiano mai visto. Questa innovazione potrebbe portare i visori per realtà aumentata al livello successivo, superando le limitazioni dei dispositivi attuali.

Attualmente, la versione da laboratorio del prototipo ha un campo visivo di soli 11,7 gradi, molto più piccolo rispetto a dispositivi come Magic Leap 2 o Microsoft HoloLens. Tuttavia, il Computational Imaging Lab di Stanford suggerisce che questa tecnologia abbia un potenziale straordinario.

Una delle caratteristiche distintive del prototipo di Stanford è la sua pila più sottile di componenti olografici, che potrebbero quasi adattarsi a montature per occhiali standard. Questo design compatto è reso possibile da un’esclusiva “guida d’onda metasuperficiale nanofotonica” sviluppata dai ricercatori, che elimina la necessità di ingombranti ottiche di collimazione.

Inoltre, il prototipo utilizza un “modello di guida d’onda fisica appreso” basato su algoritmi di intelligenza artificiale per migliorare drasticamente la qualità dell’immagine. Questi modelli vengono calibrati automaticamente utilizzando il feedback della fotocamera, garantendo immagini realistiche, a colori e in movimento 3D che appaiono a diverse profondità.

Sebbene la tecnologia di Stanford sia attualmente solo un prototipo, con modelli funzionanti fissati a un banco e telai stampati in 3D, i ricercatori mirano a sconvolgere l’attuale mercato dell’informatica spaziale. Questo include visori ingombranti per realtà mista passthrough come Vision Pro di Apple, Meta’s Quest 3 e altri.

Il ricercatore post-dottorato Gun-Yeal Lee, che ha contribuito a scrivere l’articolo pubblicato su Nature, afferma che non esiste altro sistema AR paragonabile sia in termini di capacità che di compattezza. Se questa tecnologia dovesse essere perfezionata e commercializzata, potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con il mondo digitale sovrapposto alla realtà fisica.

Aziende come Meta hanno investito miliardi nell’acquisto e nello sviluppo di tecnologie per occhiali AR, nella speranza di produrre un prodotto del “Santo Graal” delle dimensioni e della forma di normali occhiali. Secondo una roadmap hardware trapelata, Meta ha una data target del 2027 per i suoi primi veri occhiali AR.

L’impatto potenziale di questa innovazione si estende a diversi settori, dal gaming e l’intrattenimento alle applicazioni professionali come la formazione, la progettazione e la collaborazione remota. Gli occhiali AR di nuova generazione potrebbero trasformare il modo in cui lavoriamo, apprendiamo e ci connettiamo con gli altri.

Mentre il settore della realtà aumentata continua a evolversi rapidamente, il prototipo di Stanford offre uno sguardo entusiasmante su ciò che potrebbe riservare il futuro. Con ulteriori sviluppi e perfezionamenti, questa tecnologia potrebbe aprire la strada a un’adozione diffusa degli occhiali AR nella vita quotidiana, ridefinendo il nostro rapporto con la tecnologia e il mondo che ci circonda.