Quando riflettiamo sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale, è importante considerare non solo l’impatto nei Paesi in via di sviluppo, ma anche l’effetto globale e il potenziale per favorire l’empowerment femminile.

Una Prospettiva globale: l’AI ha un impatto su scala globale, quindi è essenziale considerare come le sue applicazioni e sviluppi influenzino le donne in tutto il mondo. Anche nei Paesi meno sviluppati, le donne possono beneficiare dell’Intelligenza Artificiale in settori come la salute, l’istruzione, l’economia e altro ancora.

Per favorire l’empowerment femminile attraverso l’AI, dobbiamo adottare un approccio olistico che consideri le esigenze e le prospettive delle donne in tutto il mondo, promuovendo l’equità di genere, la partecipazione, l’inclusione e la sensibilità culturale.

Oggi, ci addentriamo nelle vite delle donne nei Paesi in via di sviluppo, una demografia ricca di potenziale inesplorato ma spesso ostacolata da molteplici barriere. Nel nostro viaggio di oggi, esploreremo come l’Intelligenza Artificiale – uno strumento spesso percepito come il vertice del progresso tecnologico – possa catalizzare l’empowerment e il cambiamento.

L’AI, nella sua essenza, è più che semplici algoritmi e dati: si tratta di plasmare vite, comunità e futuri.

Mentre navighiamo attraverso questo articolo, scopriremo come l’Intelligenza Artificiale possa essere utilizzata non solo per migliorare gli esiti sanitari, ma anche per favorire una cultura della diversità e dell’inclusione.

Integrando l’AI nel tessuto della vita quotidiana, possiamo aprire porte a opportunità che erano una volta chiuse, abbattendo le barriere che hanno a lungo ostacolato il progresso delle donne in queste regioni.

Il focus non sarà solo sulle sfide, ma anche sulle applicazioni del mondo reale e sulle storie di successo in cui l’AI ha già iniziato ad avere un impatto significativo.

Dalle iniziative sanitarie rurali alle riforme educative, l’AI è un potente alleato nella ricerca dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment.

Nella settimana della Festa Internazionale della Donna UNESCO Brasile ha lanciato la versione portoghese del Rapporto “Gli effetti dell’Intelligenza Artificiale sulla vita lavorativa delle donne”, in collaborazione con Banca Interamericana di Sviluppo (IDB) e Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Secondo la Banca Mondiale, solo il 19% delle donne nei Paesi a basso reddito ha accesso a Internet, rispetto all’89% nei Paesi ad alto reddito. Il divario digitale accentua le disuguaglianze esistenti, limitando l’accesso alle tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale.

Le donne in queste regioni svolgono ruoli cruciali – come assistenti familiari, leader comunitari e sempre più come contribuenti all’economia. Tuttavia, affrontano sfide significative. L’accesso limitato all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle opportunità economiche sono solo la punta dell’iceberg.

Aggiungete a questo i pregiudizi di genere e le norme culturali che limitano ulteriormente la loro crescita, e il quadro diventa ancora più complesso.

Ora, entra in gioco l’Intelligenza Artificiale – un settore in rapida crescita ma ancora nei suoi stadi iniziali in molti di questi Paesi.

L’AI promette molto, dalla rivoluzione dell’assistenza sanitaria con diagnosi predittive all’apertura di nuove vie per l’istruzione e l’imprenditorialità. Tuttavia, la partecipazione delle donne in questa rivoluzione dell’AI è sproporzionatamente bassa. Le ragioni vanno dalla mancanza di accesso alla tecnologia e alla formazione alla sotto-rappresentazione delle donne nei campi STEM.

Nonostante queste sfide, ci sono sprazzi di speranza e progresso. Stiamo iniziando a vedere iniziative volte a colmare questi divari, attraverso politiche governative, aiuti internazionali o movimenti di base.

Le donne stanno lentamente ma costantemente lasciando il loro segno nel panorama dell’AI, portando prospettive e soluzioni uniche al tavolo. Iniziative come Women in Machine Learning (WiML) e Black in AI mirano a creare reti di supporto, opportunità di tutoraggio e piattaforme in cui le donne possano mostrare il proprio lavoro.

Anne Wojcicki, co-fondatrice di 23andMe, ha rivoluzionato la genomica personalizzata combinando algoritmi di intelligenza artificiale con dati genetici.

Mentre ci troviamo a questo bivio, è chiaro che il cammino davanti a noi non riguarda solo l’integrazione della tecnologia nello sviluppo. Si tratta di plasmare il panorama stesso in modo più inclusivo, equo e potenziante per le donne. È qui che inizia veramente il nostro viaggio per sbloccare il potenziale e superare le barriere.

Secondo l’UNESCO, ci si aspetta che l’Intelligenza Artificiale nell’istruzione nei Paesi in via di sviluppo raggiunga 1 miliardo di dollari entro il 2025 (“Intelligenza Artificiale generativa e il futuro dell’educazione”).

L’AI può rivoluzionare l’istruzione, fornendo alle donne le competenze necessarie per il XXI secolo. Per le donne nei Paesi in via di sviluppo, l’Intelligenza Artificiale può significare non solo un progresso tecnologico, ma un passaggio verso nuove possibilità, uno strumento per rompere le catene della limitazione e per spianare la strada all’empowerment.

Le piattaforme educative basate sull’AI stanno rivoluzionando l’apprendimento, offrendo un’istruzione personalizzata e accessibile. Per le donne, ciò significa la possibilità di acquisire nuove competenze, perseguire l’istruzione superiore e rompere il ciclo delle limitate opportunità educative che le hanno a lungo trattenute.

L’AI nell’assistenza sanitaria può trasformare vite, specialmente per le donne che spesso incontrano ostacoli nell’accesso a servizi sanitari di qualità. Dalle diagnosi remote ai consigli sanitari basati sull’AI fino alla sanità predittiva, l’Intelligenza Artificiale è in grado di rendere l’assistenza sanitaria più accessibile ed efficace.

L’Intelligenza Artificiale, tra l’altro, apre un mondo di opportunità economiche. Per le imprenditrici, gli strumenti AI possono fornire insight di mercato, ottimizzare i processi aziendali e aprire nuovi canali commerciali. Nell’agricoltura, l’AI può aiutare a prevedere i modelli meteorologici, analizzare la salute del suolo e aumentare i rendimenti delle colture, beneficiando direttamente le donne nelle comunità rurali.

L’AI permette anche alle donne di essere agenti di cambiamento nelle loro comunità. Sfruttandone le potenzialità per il bene sociale, le donne possono guidare iniziative in settori come la conservazione ambientale, la salute comunitaria e l’istruzione, guidando il progresso sociale.

In un mondo in cui le voci delle donne sono spesso marginalizzate, l’Intelligenza Artificiale fornisce una piattaforma per l’espressione e la rappresentanza. Che sia attraverso i social media, la creazione di contenuti basata sull’AI o la partecipazione alla governance e all’etica dell’AI, le donne hanno l’opportunità di farsi sentire e di influenzare lo sviluppo di questa tecnologia.

In ciascuna di queste aree, l’Intelligenza Artificiale non è solo uno strumento: è un catalizzatore di cambiamento, un mezzo per livellare il campo di gioco e un modo per costruire un futuro in cui le donne non siano solo partecipanti ma leader e innovatrici. Il potenziale è immenso, e il momento di sfruttarlo è adesso.

Un rapporto del World Economic Forum afferma che il 78% dei professionisti dell’IA nei paesi in via di sviluppo sono maschi.
La disparità di genere nell’Intelligenza Artificiale limita le prospettive e le soluzioni che possono essere sviluppate a causa di tutti quegli ostacoli profondamente radicati in fattori sociali, economici e tecnologici.

Uno dei maggiori ostacoli è il limitato accesso alla tecnologia. Molte donne nei Paesi in via di sviluppo non hanno accesso alla connettività Internet di base, figuriamoci all’accesso alle tecnologie avanzate legate all’AI. Questo divario digitale le mette in svantaggio fin dall’inizio.

Analizziamo prima i dati numerici Itu forniti nel 2021 rispetto all’accesso a Internet:

  • nel mondo: 62% uomini, 57% donne
  • nei Paesi meno sviluppati: 31% uomini, 19% donne
  • nei Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare: 38% uomini, 27% donne
  • in Africa: 35% uomini, 24% donne
  • negli Stati arabi: 68% uomini, 56% donne

Strettamente collegata all’accesso è la sfida dell’istruzione e dell’alfabetizzazione digitale. Con minori opportunità di istruzione di qualità, specialmente nei campi STEM, le donne spesso si trovano impreparate ad interagire con le tecnologia AI, il che amplifica ulteriormente il divario.

Le aspettative sociali e le norme culturali giocano poi un ruolo sostanziale nel limitare il coinvolgimento delle donne nella tecnologia. In molte comunità, c’è ancora la convinzione diffusa che la tecnologia e l’Intelligenza Artificile siano ambiti maschili, scoraggiando le donne dal perseguire carriere o istruzione in questi campi.

Non si possono trascurare gli ostacoli economici. Le donne, specialmente nelle regioni impoverite, spesso mancano delle risorse finanziarie per perseguire l’istruzione nell’AI o per implementare soluzioni basate su questa tecnologia nelle loro attività o nella vita quotidiana.

Importante è anche la rappresentazione nello sviluppo dell’AI: le donne sono sottorappresentate in questo campo e ciò significa che i sistemi di Intelligenza Artificiale spesso sono progettati senza considerare le esigenze e le prospettive uniche delle donne, portando a pregiudizi in queste tecnologie.

Infine, c’è bisogno di politiche e governance più inclusive nell’AI. Le politiche spesso non affrontano adeguatamente o nemmeno riconoscono le sfide specifiche affrontate dalle donne nell’accesso e nel trarre beneficio dallo sviluppo della tecnologia legata all’AI.

Affrontando queste sfide, è importante ricordare che non sono insormontabili. Riconoscere queste barriere è il primo passo per smantellarle. Questo apre la strada a strategie mirate che possono permettere alle donne, non solo di superare questi ostacoli ma anche di trasformarli in gradini per il successo e l’innovazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale.

In mezzo alle sfide, ci sono brillanti esempi di successo e innovazione. Esploriamo alcuni studi di caso ispiratori in cui l’AI è stata un catalizzatore per l’empowerment delle donne nei Paesi in via di sviluppo. Queste storie non solo evidenziano il potenziale dell’AI, ma servono anche da modelli per future iniziative.

Nell’India rurale, un progetto che utilizza l’AI per l’agricoltura di precisione è stato un punto di svolta per le agricoltrici. Utilizzando l’Intelligenza Artificiale per analizzare la salute del suolo e prevedere modelli meteorologici, queste donne sono state in grado di aumentare i rendimenti delle colture e gestire le risorse in modo più efficiente, portando a un miglioramento dei mezzi di sussistenza e all’indipendenza economica.

In Ruanda, una piattaforma sanitaria mobile alimentata dall’AI ha rivoluzionato l’accesso all’assistenza sanitaria per le donne nelle aree remote. Questa piattaforma offre strumenti diagnostici e consigli sanitari, riducendo la necessità di lunghi e spesso difficili viaggi verso le cliniche. È stata particolarmente impattante nella salute materna e infantile, offrendo consigli e monitoraggi tempestivi.

In Kenya, un’iniziativa che utilizza l’IA per fornire esperienze di apprendimento personalizzate ha aperto nuove opportunità educative per le ragazze. Questo programma si adatta al ritmo e allo stile di apprendimento di ogni studente, rendendo l’istruzione più accessibile ed efficace, specialmente per coloro che avevano un accesso limitato alla scuola.

In Bangladesh, i servizi di microfinanza basati sull’AI hanno dato potere alle imprenditrici. Utilizzando l’Intelligenza Artificiale per valutare il rischio di credito, questi servizi sono stati in grado di fornire prestiti a donne che tradizionalmente non avrebbero avuto accesso ai servizi bancari, consentendo loro di avviare o espandere le loro attività.

In Ghana, è stato sviluppato un sistema di AI per aiutare le donne nelle comunità agricole a gestire le risorse idriche. Il sistema prevede le precipitazioni e aiuta a pianificare gli orari di irrigazione, garantendo un uso efficiente dell’acqua. Questo è stato cruciale nelle regioni soggette alla scarsità d’acqua, aiutando le donne a mantenere le loro colture e a provvedere alle loro famiglie.

Ogni uno di questi studi di caso illustra quanto importante sia il potere trasformativo dell’Intelligenza Artificiale quando applicato in modo ponderato e inclusivo. Gli esempi che abbiamo appena visto ci dimostrano che quando alle donne vengono forniti gli strumenti e le opportunità giuste, possono superare le barriere e contribuire significativamente alla crescita delle loro comunità ed economie.

Riconoscendo il potenziale dell’Intelligenza Artificiale nell’empowerment delle donne nei Paesi in via di sviluppo, diventa imperativo stabilire politiche di sostegno che possano trasformare questo potenziale in realtà. Da questo punto di vista i governi dovrebbero dare priorità a politiche che migliorano l’alfabetizzazione digitale tra le donne, specialmente nelle aree rurali e svantaggiate. Ciò include l’integrazione delle competenze digitali di base e della consapevolezza dell’importanza dell’AI nei curricula educativi e la fornitura di programmi di apprendimento per adulti.

Raccomandazioni

Per garantire un accesso equo alle tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale, è essenziale un investimento significativo nell’infrastruttura digitale. Ciò include l’espansione della connettività Internet, la fornitura di accesso conveniente ai dispositivi digitali e la creazione di centri tecnologici comunitari.

Incoraggiare le collaborazioni tra governo, settore privato e organizzazioni non profit per sviluppare soluzioni AI che affrontino sfide specifiche affrontate dalle donne nei paesi in via di sviluppo. Queste partnership possono anche facilitare la condivisione di risorse e competenze.

Sostenere le donne nei campi STEM e AI: implementare politiche che incoraggino e supportino le donne a perseguire carriere nei campi STEM e AI. Ciò può essere realizzato attraverso borse di studio, programmi di tutoraggio e campagne che sfidano gli stereotipi di genere in questi campi.

Sostenere lo sviluppo di tecnologie AI che siano inclusive e prive di pregiudizi. Questo implica stabilire linee guida per lo sviluppo etico dell’IA e garantire che le donne siano rappresentate nei team di ricerca e sviluppo dell’IA.

Sviluppare politiche che sfruttino l’AI per creare nuove opportunità economiche per le donne. Ciò include il supporto a programmi imprenditoriali basati sull’Intelligenza Artificiale e la fornitura alle donne delle competenze necessarie per prosperare in un mercato del lavoro sempre più guidato dall’AI.

Poiché l’AI si basa pesantemente sui dati, sono necessari quadri giuridici robusti per proteggere la privacy e la sicurezza dei dati delle donne. Ciò include leggi che regolano la raccolta, la conservazione e l’uso dei dati, specialmente in aree sensibili come la sanità.

Implementando queste raccomandazioni di politica, possiamo creare un ecosistema di supporto in cui l’Intelligenza Artificiale non solo prospera, ma lo fa in modo da beneficiare direttamente l’empowerment delle donne nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di costruire un futuro in cui la tecnologia è un ponte, non un ostacolo, per l’avanzamento delle donne.

Mentre portiamo la nostra discussione a una conclusione, prendiamoci un momento per riflettere sul viaggio che abbiamo intrapreso oggi. Abbiamo esplorato il vibrante panorama di opportunità che l’Intelligenza Artificiale presenta per le donne nei Paesi in via di sviluppo, e abbiamo navigato il complesso terreno di sfide e barriere che affrontano.

Abbiamo assistito a studi di caso ispiratori in cui l’AI ha già iniziato a trasformare vite e abbiamo delineato raccomandazioni di politica concrete che possono accelerare questa trasformazione. Il potenziale dell’AI nell’empowerment delle donne non è solo un sogno lontano ma una realtà in crescita, ed è nelle nostre mani.

Ora, il cammino verso il futuro chiama all’azione, da parte dei governi, delle organizzazioni, delle comunità e degli individui come voi e noi.

(Nota: gli esempi forniti si basano sulle conoscenze esistenti e non riflettono sviluppi recenti o individui specifici al di fuori del contesto menzionato.)



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