Women4Ethical AI è una piattaforma di esperti lanciata da UNESCO per promuovere l’uguaglianza di genere nell’agenda dell’Intelligenza Artificiale (AI). Questa piattaforma collaborativa multilaterale supporta gli sforzi dei governi e delle aziende per garantire che le donne siano rappresentate in modo equo nella progettazione, nell’uso e nel dispiegamento dell’Intelligenza Artificiale.
Gli obiettivi principali di Women4Ethical AI sono:
- Sostenere l’attuazione della Raccomandazione sull’Etica dell’Intelligenza Artificiale
- Condividere la ricerca e contribuire a un repository di buone pratiche
- Promuovere progressi su algoritmi e fonti di dati non discriminatori
- Incentivare ragazze, donne e gruppi sottorappresentati a partecipare all’IA
La piattaforma riunisce 17 esperte di AI (di cui 3 Italiane) provenienti da tutto il mondo, tra cui accademiche, ricercatrici, rappresentanti della società civile, del settore privato e degli organismi di regolamentazione. È a loro che è affidato il compito di condividere ricerche e contribuire ad alimentare il repository di buone pratiche.
Gabriela Ramos: Assistente Direttore Generale per le Scienze Sociali e Umane dell’UNESCO.
- Alessandra Sala: Direttore Senior di AI e Data Science presso Shutterstock;
- Ana Prică-Cruceanu: Chief SDG Strategy Officer-AFIST (Associazione delle Donne in Ingegneria, Scienza e Tecnologia);
- Arisa EMA: Professore Associato presso l’Università di Tokyo e Ricercatore Visitatore presso il RIKEN Center for Advanced Intelligence Project in Giappone;
- Beverly Thompson: Membro dell’International Alliance for Women, Senior Scientist nell’Artificial Intelligence and Machine Learning Accelerator per Leidos, dove sviluppa soluzioni AI/ML in applicazioni di visione computerizzata, geospaziali e multimediali;
- Carissa Véliz: Professore Associato Università di Oxford;
- Cecilia Danesi: Ricercatrice presso l’Istituto di Studi Europei e Diritti Umani (UPSA);
- Christina Colclough: Fondatrice di The Why Not Lab;
- Constanza Gomez Mont: Fondatrice di C Minds; fondatrice di AI for Climate; AI for Humanity GFC WEF;
- Elena Estavillo Flores: Fondatrice e CEO del think tank Centro-I per la Società del Futuro. Harvard ALI Fellow 2023. Membro del Gruppo di Esperti per UN Women CSW67;
- Sorelle Friedler: Professore Associato di Informatica, Haverford College;
- Elizabeth Renieris: Senior Research Associate- Oxford’s Institute for Ethics In AI, Fondatrice e CEO-Hackylawyer consultancy;
- Emma Ruttkamp-Bloem: Capo della Filosofia, Università di Pretoria; responsabile dell’etica dell’IA presso il Centre for AI Research (CAIR); e presidente della Southern African Conference on AI Research (SACAIR). È un membro associato del Journal for Science and Engineering Ethics, il rapporteur per la COMEST dell’UNESCO, e membro a pieno titolo dell’International Academy for the Philosophy of Science (AIPS);
- Emma Wright: Direttore, Consigliere, e co-fondatrice dell’Interparliamentary Forum on Emerging Technology, una rete globale di legislatori focalizzati sulla regolamentazione dell’IA e della tecnologia emergente;
- Hanan Salam: Co-fondatrice di Women in AI, un’organizzazione internazionale la cui missione è aumentare la rappresentanza e la partecipazione femminile nel campo dell’IA;
- Joanna Bryson: Professore di Etica e Tecnologia The Hertie School of Governance;
- Paola Pisano: Professore di Innovazione e Tecnologia Disruptive, Direttore del The Smart City Lab – Center for Technological Innovation (IcXT) – e membro del Dish center – Interdepartmental center of Digital humanity – The University of Turin;
- Veronica Zavala Lombardi: Direttore Indipendente in aziende e organizzazioni: Direttore Indipendente, Presidente del Comitato ESG – Calisto Cobre Resources Corp Direttore Indipendente, Presidente di ENGIE Perú Ex Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni (2006- 2008).
L’AI promette un enorme potenziale per il progresso sociale e la dinamica economica, ma i suoi sviluppi sono anche accompagnati da molte sfide, tra cui le disuguaglianze e la discriminazione di genere. Le donne sono sottorappresentate nel campo tecnologico e questo squilibrio di genere nell’AI può portare a discriminazioni e pregiudizi.
Audrey Azoulay, Direttrice generale dell’UNESCO ha dichiarato:
“È urgente riequilibrare la situazione delle donne nell’AI per evitare analisi distorte e costruire tecnologie che tengano conto delle aspettative e dei bisogni di tutta l’umanità”.
In risposta a questa impellente necessità, l’UNESCO ha posto l’uguaglianza di genere al centro della Raccomandazione sull’etica dell’intelligenza artificiale, il primo strumento di normazione globale nel settore dell’AI, adottato all’unanimità dai suoi 193 Stati membri nel novembre 2021.
Gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale hanno il potere di diffondere e rafforzare stereotipi e pregiudizi di genere, che rischiano di emarginare le donne su scala globale. Considerando la crescente presenza dell’AI nelle nostre società, questo potrebbe mettere le donne nella condizione di rimanere indietro nella sfera economica, politica e sociale”
REPORT UNESCO “artificial intelligence and gender equality”
Un po’, di storia :
L ‘UNESCO aveva pubblicato già nel 2019 un rapporto finanziato dal Ministero Federale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico tedesco, contenente le linee guida sulle azioni da intraprendere per superare divari di genere nelle competenze digitali, con un esame dell’impatto dei pregiudizi di genere presenti in alcune delle applicazioni di intelligenza artificiale più diffuse.
Tanto per ricordare quella che aveva destato più clamore – l’Onu che, insieme al governo tedesco e la Equals Skills Coalition, aveva pubblicato uno studio intitolato “Se potessi, arrossirei”, un riferimento alla risposta standard di Siri quando riceve un insulto come “il frutto di un lampante squilibrio di genere nel settore tecnologico”.
“Quasi tutti gli assistenti vocali hanno nomi e voci femminili ed esprimono una personalità, un atteggiamento, che potremmo definire di “sottomissione”, si legge nel documento.
Come spiega il rapporto dell’UNESCO, questi pregiudizi sono radicati in forti squilibri di genere nell’educazione alle competenze digitali e sono il riflesso di squilibri di genere dei team tecnici che sviluppano tecnologie AI, con significative disparità di genere nei C-level e nei Cda delle aziende in cui i team lavorano.
Riassumendo: coloro che lavorano allo sviluppo di algoritmi e di sistemi di Artificial Intelligence, sono in prevalenza uomini. Così come sono in prevalenza uomini i CEO delle aziende di AI.
Pertanto, c’è un urgente bisogno di riequilibrare la situazione per le donne nell’IA.
Abbiamo bisogno che le donne siano più coinvolte nel campo dell’AI e riteniamo che il racconto di storie, carriere e ruoli delle donne che si occupano di Intelligenza Artificiale possa essere da stimolo
per le future generazioni nell’identificare modelli positivi di ruolo femminili.
Ecco perché abbiamo deciso di lanciare una serie di interviste incentrate sulle donne che stanno contribuendo alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale e che ricoprono ruoli importanti nell’ambito delle nuove tecnologie.
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