Nel corso dei miei articoli, ho esaminato le forze competitive del mercato, focalizzandomi sul settore delle GPU e su Nvidia (non si parla d’altro nei Media). Tuttavia, nell’ambito dell’informatica accelerata (accelerated computing), è cruciale esplorare anche i potenziali rischi.

Vorrei ora approfondire questi aspetti, iniziando con un elemento che potrebbe avere impatti devastanti sui fondamentali di Nvidia: una possibile offensiva militare cinese contro Taiwan.

Il Giappone era il primo produttore al mondo di semiconduttori, oggi invece i microchip più avanzati che si producono nel paese sono quelli da 40 nanometri, che in termini temporali significa che le società giapponesi sono indietro di oltre un decennio rispetto alla frontiera tecnologica attuale.

Ma il Governo Giapponse ha un progetto impossibile: come dichiarato dal presidente dell’azienda Rapidus e Atsuyoshi Koike, mira a realizzare entro il 2025 il primo prototipo di linea produttiva per microchip da 2 nanometri.

Nei prossimi anni il Giappone potrebbe emergere come un importante polo produttivo per la più avanzata tecnologia a 3 nanometri. Tuttavia, ciò richiederà una notevole quantità di tempo, il che lascia Nvidia completamente esposta a questo rischio nel 2024.

La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) sta progettando di costruire un’impianto di semiconduttori in Giappone per produrre chip da tre nanometri (nm), ha riferito  Bloomberg, citando fonti.

Uno stabilimento, ribattezzato Fab-23 Phase 3, dovrebbe sorgere nella prefettura di Kumamoto, regione in cui sta nascendo la prima Fab in collaborazione con Sony, focalizzata nella produzione con processi maturi a 22 e 28 nanometri. I primi chip sono previsti entro la fine del 2024.

Nvidia, nel processo di produzione dei suoi chip, dipende ampiamente da Taiwan Semiconductor, nota anche come TSMC, con oltre il 50% del mercato mondiale dei semiconduttori – la seconda in classifica (Samsung) scende al 16% – che detiene una tecnologia di produzione di semiconduttori avanzatissima, ma che ha la maggior parte dei suoi impianti situati a Taiwan.

Un’eventuale offensiva da parte della Cina Matrigna con le sue BigTech potrebbe causare interruzioni significative nella catena di approvvigionamento di Nvidia, con conseguente crollo dei prezzi delle azioni.

Nonostante i tentativi di TSMC di diversificare le operazioni, i tempi necessari per la costruzione di un nuovo impianto negli Stati Uniti si sono rivelati più lunghi del previsto, mentre c’è speranza che il Giappone possa emergere come un polo produttivo significativo nei prossimi anni.

Tuttavia, questa transizione richiederà tempo, lasciando Nvidia esposta a questo rischio nel 2024.

Le tensioni geopolitiche sono emerse durante le elezioni taiwanesi, con il partito sovranista DPP che ha vinto le elezioni presidenziali ma ha perso il controllo del Parlamento e la Cina che ha parlato in modo più deciso di “riunificazione” indicando tuttavia a volontà di promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto.

Un ulteriore rischio significativo per Nvidia riguarda la pressione continua da parte del governo degli Stati Uniti per limitare l’esportazione delle tecnologie avanzate delle aziende di semiconduttori in Cina.

Nonostante il divieto statunitense di esportare le GPU più avanzate di Nvidia in Cina, l’azienda ha trovato una soluzione temporanea. Tuttavia, c’è incertezza riguardo a ulteriori restrizioni alle esportazioni da parte di Washington, che potrebbero mettere a rischio le attività cinesi di Nvidia.

Come precedentemente menzionato, una quota significativa dei ricavi dei data center di Nvidia proveniva dalla Cina che, dal canto suo, si prepara ad una guerra commerciale con gli Usa.

Qualcosa si muove però anche nel Paese del dragone. Oltre a Huawei, che con il suo Ascend 910B è considerata da molti l’azienda cinese che sta facendo più progressi nell’ambito dei chip per AI, anche Baidu si muove in questa direzione.

Nel 2020, ha cominciato un piano a lungo termine nella creazione di chip. Dopo, Kunlunxin, si è sviluppata una seconda versione nel 2021 e si prevede una terza per il 2024. Dopo aver acquisito Zhongtian Micro Systems e fondato T-Head Semiconductor, anche Alibaba ha iniziato a creare i suoi chip per l’AI: il più performante è l’Hanguang 800.

Le prospettive di crescita a lungo termine potrebbero essere fortemente influenzate da questi sviluppi.

Recentemente, il Comitato Cina della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha chiesto ai CEO di Nvidia, Intel e Micron di testimoniare davanti al Congresso sulle loro attività cinesi, un evento che merita attenta osservazione.

Notizia non correlata ma interessante per il nostro Paese,  è stato annunciato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy un accordo tra lo Stato e l’azienda specializzata Silicon Box. La società con sede a Singapore avrebbe intenzione di investire 3,2 miliardi di euro nel nostro Paese per la realizzazione di una fabbrica specializzata in chiplet, una specifica tecnologia di microprocessori in ambito automotive.

Il chiplet è a tutti gli effetti un processore, potenzialmente con più core all’intero, che viene stampato sullo stesso strato con altri chiplet (ad esempio NVidia H100 AMD Ryzen based on Zen 2 Intel Meteor Lake) fingers crossed.

Caro lettore, spero che ti sia divertito a leggere, sentiti libero di condividere i tuoi pensieri su questi argomenti nella sezione commenti qui sotto.

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