OpenAI ha lanciato il nuovo text-to-video model “Sora” un mese fa.

Sora si pone come il nuovo protagonista nel panorama dell’intelligenza artificiale con il suo rivoluzionario generatore di video basato su testo, sviluppato da OpenAI. Grazie a Sora, gli utenti possono trasformare semplici messaggi di testo in coinvolgenti video, aprendo nuove frontiere nell’ambito della creatività digitale.

I video campione di Sora rilasciati da OpenAI sono ad alta definizione e ricchi di dettagli. OpenAI afferma che può generare video fino a un minuto di durata.

OpenAI sostiene anche che Sora gestisce bene l’occlusione. Un problema con i modelli esistenti è che possono perdere traccia degli oggetti quando questi scompaiono dalla vista.

Prompt: “Several giant wooly mammoths approach treading through a snowy meadow, their long wooly fur lightly blows in the wind as they walk, snow covered trees and dramatic snow capped mountains in the distance, mid afternoon light with wispy clouds and a sun high in the distance creates a warm glow, the low camera view is stunning capturing the large furry mammal with beautiful photography, depth of field”.

Sebbene possa sembrare simile ai suoi predecessori, come DALL-E o Firefly, celebri per la loro abilità di trasformare testo in immagini, Sora si distingue per la sua capacità di creare video dinamici arricchiti da interazioni e rendering in 3D. Un’esperienza visiva che cattura l’attenzione e lascia un’impressione indelebile in chiunque ne sia testimone.

Sora incarna il prossimo capitolo nell’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa, consentendo a individui di qualsiasi livello di esperienza di esplorare nuovi orizzonti nella creazione di contenuti digitali. Con i suoi risultati straordinari, Sora si afferma come una pietra miliare in questa continua tendenza, aprendo le porte a un universo di possibilità creative senza precedenti.

Il recente lancio di “Sora” da parte di OpenAI ha scosso il mercato, suscitando preoccupazioni tra varie aziende, tra cui studi cinematografici, agenzie pubblicitarie e strumenti di editing. In particolare, Adobe, rinomata nel settore degli strumenti di editing, si trova ad affrontare una serie di sfide che meritano attenzione.

In primo luogo, emerge una crescente incertezza sul futuro. L’avvento dell’intelligenza artificiale ha abbattuto le barriere nella creazione di contenuti, ponendo interrogativi sul ruolo predominante di alcune aziende nel settore creativo nei prossimi anni tra cui ad esempio il colosso Adobe. L’impiego sempre più diffuso dell’IA, specialmente nella generazione di contenuti, potrebbe influenzare anche la fase di editing, cruciale per le entrate di Adobe.

Questo scenario solleva dubbi sulla stabilità occupazionale, poiché l’automatizzazione guidata dall’IA potrebbe portare a una maggiore produttività e, di conseguenza, a una riduzione della domanda di manodopera.

Ad esempio, il management di Adobe ha suggerito un possibile approccio di monetizzazione basato sull’utilizzo dell’IA, tramite crediti di utilizzo. Questa strategia potrebbe mitigare gli effetti negativi sulla domanda di posti di lavoro, ma la sua efficacia rimane da verificare.

Un secondo problema potenziale riguarda la distribuzione. Mentre alcuni temevano che l’IA avrebbe rivoluzionato completamente il settore del software, è fondamentale considerare l’importanza della distribuzione. Sebbene l’IA possa apportare cambiamenti significativi, la sua adozione su larga scala dipende da una serie di fattori, compresa la facilità di accesso e l’infrastruttura necessaria.

Le aziende devono affrontare le sfide derivanti da questa nuova era. La capacità di adattamento e l’innovazione strategica saranno fondamentali per mantenere una posizione di leadership in un ambiente in continua evoluzione.

Sebbene l’ecosistema delle startup dell’intelligenza artificiale possa generare una concorrenza serrata, la capacità di distribuzione rimane un fattore determinante per il successo. Anche se un’azienda sviluppa il modello più avanzato di intelligenza artificiale, senza un efficace canale di distribuzione rischia di non ottenere una diffusione ampia sul mercato. Questo è il motivo per cui, nonostante la competizione con le grandi società consolidate, come Microsoft Corporation, le startup dell’AI devono porre particolare attenzione alla distribuzione.

OpenAI, ad esempio, ha stabilito un legame strategico con Microsoft, uno dei principali attori nel panorama del software aziendale. Questa partnership non solo conferisce a OpenAI un’identità come startup nell’ambito dell’intelligenza artificiale, ma le offre anche un canale di distribuzione di vasta portata. Grazie a questa collaborazione, OpenAI può accedere a un pubblico più ampio e ottenere una rapida adozione dei suoi prodotti e servizi nell’ecosistema aziendale.

Non male per una società nemmeno quotata.

L’incertezza sul futuro è oggi più tangibile che mai. L’ascesa dell’intelligenza artificiale sta esercitando pressioni significative sul panorama lavorativo, e OpenAI non può essere sottovalutata come una mera “startup AI senza distribuzione”.

Comunque, è improbabile che l’intelligenza artificiale generativa possa fornire risultati finali all’altezza delle aspettative della creatività. Modelli come Sora potrebbero generare video basati su testo, ma è poco probabile che questi corrispondano esattamente alle visioni creative degli artisti. Questa discrepanza potrebbe essere accettabile per l’utente medio, ma difficilmente sarà soddisfacente per i professionisti del settore.

Ciò significa che gli strumenti creativi tradizionali continueranno probabilmente a essere rilevanti, poiché l’intelligenza artificiale risolverà solo una parte del processo creativo. Questo fenomeno è già evidente nell’ambito delle immagini generate dall’IA e è probabile che si ripeta anche nel caso dei video, considerando la complessità e la ricchezza di questo formato.

Ad esempio quando OpenAI ha introdotto DALL-E, si temeva che avrebbe rivoluzionato completamente il settore, ma Adobe ha risposto prontamente integrando la tecnologia nella sua suite creativa con il lancio di Firefly. Questa flessibilità e capacità di innovazione suggeriscono che anche nel caso di Sora, Adobe potrebbe trovare un modo per capitalizzare sull’intelligenza artificiale generativa, mantenendo la sua posizione dominante nel settore.

Sora potrebbe subire una “commoditizzazione” simile a quella riscontrata con DALL-E.

L’intelligenza artificiale generativa sta abbassando le barriere di accesso all’industria creativa, con vantaggi e svantaggi. Se da un lato i costi di ingresso sono ridotti, dall’altro il rischio di una contrazione del divario competitivo è presente. Tuttavia, si apre anche la possibilità di un notevole ampliamento del bacino di utenza, sebbene una parte di esso potrebbe non essere facilmente monetizzabile. In questo contesto, le strategie di pricing di le offerte di intelligenza artificiale sarà fondamentale nel valutare l’opportunità di monetizzazione degli attuali players.

I clienti mostrano un interesse non solo per la fase generativa, ma per l’intera catena del valore.

Possiamo ritenere che l’intelligenza artificiale possa non solo aumentare la produttività, ma anche espandere il bacino di utenza, poiché le aziende si impegnano sempre più nella creazione di contenuti. Questa visione è supportata dai dati e dalle ricerche condotte tra la clientela, che mostrano un crescente coinvolgimento e una maggiore percezione del valore derivante dall’utilizzo delle nuove tecnologie.


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