L’Intelligenza Artificiale, come abbiamo visto, è stato il tema centrale del World Economic Forum appena concluso e il fondatore di Chat-GPT Sam Altman è stato la superstar assoluta tra le centinaia di Ceo accorsi a Davos.
Quattordici mesi fa ha sorpreso il mondo intero con Chat-GPT. Improvvisamente, l’Intelligenza Artificiale era in grado di fare ciò che fino ad allora era stato dominio esclusivo dell’uomo: scrivere testi, dipingere, creare immagini, fare musica, scrivere programmi, generare video da una semplice istruzione di testo e molto altro.
Adesso, Sam Altman parla apertamente dei rischi legati alle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale ma, al tempo stesso, non vuole rinunciare al controllo.
L’AI non è solo una rivoluzione tecnologica, dice, ma porterà anche profondi sconvolgimenti sociali e politici. Uno strumento in cui si sviluppa la creatività e si trasforma la produttività in un fattore. Grazie all’AI – questa è la sua visione – tutti gestiscono un’azienda con 10.000 dipendenti ma “cosa succede se ognuno di noi gestisce un’azienda con 10.000 dipendenti altamente qualificati che lavorano 24 ore su 24? Cosa succederebbe al mondo?” è la domanda che ha posto al pubblico di Davos.
Una domanda retorica ovviamente. Nemmeno Altman è in grado di fornire una risposta. E poi, l’Intelligenza Artificiale generale (AGI) – quell’intelligenza che supera cognitivamente gli esseri umani in ogni ambito e a cui OpenAI sta lavorando – che sarà sviluppata nel prossimo futuro, in che modo cambierà il mondo? E per quanto riguarda il lavoro, dobbiamo temere che queste soluzioni faranno scomparire milioni di posti di lavoro nel mondo del lavoro o invece la crescita della domanda di soluzioni informatiche sarà così grande da creare più posti di lavoro di quelli che verranno eliminati dall’adozione delle soluzioni di AI?
La frase “Non è l’AI che ti toglierà il lavoro, ma le persone che lavorano con l’AI” scorre come un mantra nelle conversazioni dei manager arrivati a Davos, ma non è uno scenario alla Terminator, con cyborg e robot creati dall’Intelligenza Artificiale e supercomputer autocoscienti in grado di distruggere la razza umana che preoccupa i politici e i Ceo delle grandi aziende e delle società di consulenza presenti a Davos.
È, piuttosto, la paura di perdere il treno dell’Intelligenza Artificiale a togliere il sonno, perché alla fine quello che conta rimane sempre non essere tagliati fuori dal business. D’altra parte, per fare un esempio, l’AI è un grande affare per le società di consulenza visto che si stima che solo il 10% delle aziende abbia una strategia già sviluppata sull’integrazione dell’Intelligenza Artificiale all’interno del proprio business. Un punto di partenza perfetto per chi si occupa di consulenza e servizi.
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